«Daremo vitalità al Centro biodiversità» 

Le priorità del neo direttore Gregorio: completare la struttura, individuare un macello per i cinghiali e rivedere il piano

VALLO DELLA LUCANIA. Il Parco del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, dopo circa due anni di vacatio, ha un nuovo direttore eletto. Si tratta di Romano Gregorio. La nomina è arrivata alcuni giorni fa, ad opera del Ministero dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, che lo ha preferito ad Elena Petrone e Patrizia Positano, gli altri due candidati indicati dal consiglio direttivo del Parco nella terna dei nomi scelti per rivestire l’importante carica.
Si aspettava la nomina a direttore dell’Ente Parco del Cilento, Vallo di Diano e Alburni?
«L’auspicavo visto che da diversi anni svolgo il ruolo di vice direttore e da oltre un anno quello di facente funzioni. È il coronamento di 20 anni di duro lavoro».
Quali sono, secondo lei, gli step prioritari che il Parco deve seguire per rilanciarsi?
«Partire dalla revisione del Piano del Parco, già avviata dal consiglio direttivo, che è la chiave di volta delle criticità che si sono registrate nella prima fase di attuazione dello stesso; bisogna puntare poi su attività che possano consentire uno sviluppo turistico e di attività tradizionali».
E sul problema cinghiali?
«Siamo a buon punto: a fine mese consegneremo i tesserini ai 240 selecontrollori che abbiamo formato; stiamo chiudendo intanto il percorso della filiera. Siamo quasi pronti alla pubblicazione di una manifestazione di interesse per individuare un macello autorizzato che possa trasformare i capi abbattuti in salumi del Parco. Al tempo stesso partiremo con le gabbie di cattura, che funzionano molto nei parchi di Lazio e Toscana. In quei luoghi catturano molto di più i cinghiali in questo modo piuttosto che con i selecontrollori. È un fenomeno che non si può eliminare completamente, ma bisogna tenerlo sotto controllo, visto che fa dannare tante persone».
Lei riveste anche la carica di sindaco di Laurino. Come concilierà i due ruoli?
«Ho una buona squadra, oltre che di dipendenti anche di amministratori, che si impegna quotidianamente per il bene della collettività. E poi con le moderne tecnologie si è un po’ ovunque e non c’è bisogno di essere in un luogo per conoscere e affrontare i problemi»
Che cosa puntate a farne del Centro di biodiversità, costato oltre 9 milioni di euro, ma smai decollato?
«Puntiamo a dargli vitalità, visto che non può rimanere come è stato finora. E partiremo presto con l’inaugurazione di due musei: uno multimediale; l’altro naturalistico, che prende le radici da quello di Corleto. Quindi a breve sarà attivo anche il laboratorio di ecologia del fuoco. Abbiamo poi in mente di portarlo ad essere un punto di riferimento per l’educazione ambientale, per le scolaresche e non solo, oltre che un Centro di ricerche per la dieta mediterranea. In tal senso abbiamo già fatto richiesta ai Ministeri di Ambiente e Ricerca».
Ma i lavori, a distanza di nove anni, sono terminati?
«I fondi inizialmente previsti (Fesr 2000-2006) erano pari a 12 milioni di euro, di questi ne sono stati spesi9. Nel giro di un mese verrà pubblicato il bando per gli interventi di completamento della parte esterna».
Andrea Passaro
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