Danno erariale per i lavori al “Pegaso”

La Corte dei conti chiede mezzo milione a tecnici e consiglieri dell’era Gambino: «Illecito nel monetizzare gli standard»

PAGANI. Supera il mezzo milione di euro la cifra che 25 persone, ra cui l’ex sindaco Alberico Gambino, dovranno restituire all’erarioper le modalità con cui fu realizzato l’ampliamento del centro commerciale Pageco-Pegaso. La cifra, indicata nella sentenza di condanna emessa dalla sezione regionale della Corte dei Conti, è per l’esattezza di 564.429 euro, di cui 112.885 a carico del tecnico municipale Gaetano Pepe, individuato come «il reale artefice dell’intera vicenda» e responsabile al venti per cento di una condotta collettiva «gravemente colposa». Fu lui – si spiega – a istruire tra l’altro l’accordo di monetizzazione degli standard che fu poi approvato in consiglio comunale, consentendo alla Pageco srl il pagamento di un prezzo che la Procura contabile definisce «irrisorio». Un altro cinque per cento di responsabilità (per 28.221 euro) lo si è atribuito all’architetto Giovanni De Palma, quale dirigente del settore Qualità urbana. I restanti 423.321 vanno suddivisi (18.405 euro ciascuno) tra gli altri condannati: l’ex sindaco Alberico Gambino, l’allora assessore all’Urbanistica Massimo Quaratino, i consiglieri comunali Massimo D’Onofrio, Enrico Cascone, Marco Guadagno, Vincenzo Romano, Vincenzo Paolillo, Ciro Cosentino, Claudio Barile, Bernardo Califano, Francesco Ingenito, Gerardo Ingenito, Raffaele De Virigilio, Alberto Rito Marcone, Salvatore Visconti, Francesco Schiavo, Pietro Pisacane, Palomba Salvati, Gerardo Daniele, Giovanni Pandolfi Elettrico, Giuseppe Santilli, Pasquale Sorrentino, Luigi Mongibello.

Tutto inizia il 29 marzo del 2006, quando il Comune approva una variante al piano regolatore che consente alla Pageco l’ampliamento del complesso commerciale. Nel novembre dello stesso anno l’ente rilascia l’autorizzazione all’intervento, e nell’aprile del 2007 gli uffici approvano uno schema di convenzione per la cessione delle aree da destinare a standard urbanistici. In quell’atto si prevede che al Comune siano ceduti 9.383 metri quadri, consistenti in un parcheggio a due piani che la Pageco avrebbe realizzato a sue spese (per 425.294 euro) dandolo poi alla gestione pubblica. Sette mesi dopo, invece, il consiglio comunale approverà la proposta degli imprenditori Panico, che avrebbero tenuto per sé il parcheggio monetizzando lo standard. Nell’esborso dovuto fu computato anche il costo di costruzione, con l’aggiunta di 40 euro a metro quadro (prezzo di esproprio). Un calcolo illecito, secondo la magistratura contabile, che contesta sia l’entità della superficie che il prezzo. E condanna adesso al risarcimento del danno.

©RIPRODUZIONE RISERVATA