il procedimento 

Danni in ospedale, chiesto l’abbreviato 

I fratelli Buonfiglio aggredirono due operatori del pronto soccorso

Hanno chiesto di essere giudicati con il rito abbreviato i due fratelli Lucio e Nicola Buonfiglio, di 48 e 45 anni, accusati di lesioni personali gravi e danneggiamenti dopo lo scompiglio seminato il 17 giugno del 2015 nella sala d’attesa del pronto soccorso dell’ospedale di Nocera Inferiore “Umberto I”: in quella circostanza, i fratelli Buonifglio aggredirono due infermieri per costringerli a visitare un loro congiunto, pretendendo in tal modo la precedenza rispetto ad altri pazienti in codice rosso. La prevaricazione costituì una prepotenza ingiusta: il congiunto dei Buonfiglio, infatti, era in un ordine prestabilito e non fu commessa alcuna ingiusta omissione. I due infermieri, un uomo e una donna in servizio in quel turno di pomeriggio, furono aggrediti e pestati ingiustamente al culmine di una scenata che si concluse con 45 e 15 giorni di prognosi, rispettivamente, per i due operatori sanitari.
Alle prime due accuse si aggiunge anche la contestazione di interruzione di pubblico servizio formulata dalla procura della Repubblica, per aver di fatto impedito lo svolgimento dei regolari cicli di visite ai pazienti in attesa e in stato di bisogno in ospedale. La regolarità del servizio di pronto soccorso fu messa a rischio in quel trambusto e fu necessario l’intervento dei carabinieri per riportare la calma.
Per i fratelli Buonfiglio fu inizialmente disposta una ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, con l’iter giudiziario arrivato alla richiesta, accolta, dell’emissione di un decreto di giudizio immediato. In seguito, come previsto, i due hanno presentato la richiesta di accedere al rito alternativo, chiedendo il giudizio abbreviato e il previsto sconto di pena sul computo iniziale. Ora sarà il Gup a fissare l’udienza preliminare per la valutazione del caso.
Il raid, descritto nell’informativa delle forze dell’ordine, rappresenta naturalmente il cuore del procedimento. L’episodio avvenne in una fase critica per la sicurezza sul lavoro dei dipendenti e del personale ospedaliero all’ospedale “Umberto I”, in quel periodo al centro di una casistica particolare con episodi frequenti e lamentele dei sindacati. La questione era legata alla presenza del drappello ospedaliero di polizia, al fine di garantire una sorveglianza necessaria per evitare episodi violenti, intimidazioni, problemi di ogni sorta e soprattutto per garantire una serenità a medici, pazienti e maestranze impegnate ventiquattro ore su ventiquattro nel delicato servizio pubblico.
Alfonso T. Guerritore
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