Danni dei cinghiali: c’è l’esposto

Agricoltori e allevatori di Alburni e Calore presentano una denuncia ai carabinieri contro il Parco

SANT’ANGELO A FASANELLA. Agricoltori e allevatori degli Alburni e del Calore in ginocchio per le devastazioni compiute da branchi di cinghiali. In trecento firmano una denuncia presentata alla stazione dei carabinieri di Sant’Angelo a Fasanella contro i vertici del Parco del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, nella persona del presidente e del legale rappresentante e contro gli eventuali responsabili che «hanno omesso di esercitare il dovere di vigilanza, di controllo nonché di porre in essere tutti gli atti e le iniziative indispensabili».

Nell’esposto i firmatari chiedono che «i colpevoli siano puniti», riservandosi di costituirsi parte civile.

«Le popolazioni degli Alburni e non sono costrette a subire, per l'incontrollato numero di cinghiali, le devastazioni di tutte le coltivazioni con enormi disagi sia agli agricoltori che agli allevatori. Circa venti anni fa – continua l’esposto – fu deciso il ripopolamento senza però porre in essere adeguate misure di contenimento. Ciò ha causato in tutta l’area collinare e montana del Parco un abbandono delle attività agricole, che rappresentano la principale fonte di reddito. I cinghiali distruggono tutte le colture, e il Parco non è in grado nemmeno di stimare il numero di esemplari sul nostro territorio. Gli habitat naturali non vengono salvaguardati e l’assenza di controllo sotto l’aspetto igienico sanitario ha determinato un pericolo concreto della peste suina. Costantemente vengono avvistati branchi di cinghiali che presentano rogna, alopecia ed altre patologie».

I firmatari dell’esposto chiedono che «siano ripristinate le condizioni di habitat tipiche del territorio e di abitabilità anche sotto l’aspetto igienico sanitario», imputando al Parco «la responsabilità della situazione denunciata».

Angela Sabetta

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