Dall’autopsia la verità sul matricidio 

Oggi l’esame sul corpo della donna uccisa dal figlio. L’assassino davanti al gip nell’interrogatorio di garanzia

Non ha mai usato la parola “uccisa”, Gaetano Caraccio: il quarantaduenne di Battipaglia indiziato dell’omicidio della madre, Vittoria Natella, 74 anni. Confuso e disorientato, Caroccio ha reso dichiarazioni accusatorie man mano che passavano le ore e materializzava l’accaduto. In giornata, intanto, è atteso dal gip, al tribunale di Salerno, per la convalida del fermo. E forse potrà aiutare a capire cos’è accaduto la sera di venerdì scorso al terzo piano della palazzina di via Clemente Tafuri, zona Parco delle Magnolie.
Sempre oggi, invece, all’obitorio dell’ospedale “Santa Maria della Speranza”, il medico legale incaricato dalla procura di Salerno farà l’autopsia sul cadavere della settantaquattrenne che soffriva di problemi psichici. L’esame necroscopico permetterà di stabilire con certezza com’è stata uccisa la donna. Dall’esame esterno si intuisce che è stata strangolata forse con una cintura dei pantaloni. Una cinghia è stata sequestrata dai carabinieri della locale compagnia, diretta dal maggiore Erich Fasolino, e sarà sottoposta ad esami specifici.
L’omicidio è avvenuto nella stanza da letto della vittima, dove è stato trovato il cadavere. L’omicidio – come detto – è avvenuto la sera prima del rinvenimento del corpo. Solo sabato mattina, infatti, poco dopo le 9, a seguito di una telefonata al numero di emergenza 112 per molestie condominiali, i carabinieri hanno scoperto il delitto. Nella stessa mattinata è stato fermato il figlio che si presenterebbe psicologicamente instabile. Anche gli stessi condomini (sedici famiglie in tutto) lo descrivono come “un tipo strano”. Madre e figlio erano tornati a vivere insieme da circa cinque anni, da quando Caraccio era rientrato da un periodo di emigrazione all’estero. Segnatamente in Germania per lavoro. Dal suo rientro in Italia si occupava della madre. La chiave per la soluzione dell’omicidio si nasconderebbe nel loro rapporto a tratti conflittuale. La prima viene descritta come una figura paranoica, il secondo era molto attaccato a lei quasi in modo viscerale. Tra i due potrebbero esserci stata una violenta discussione, forse non la prima. Al culmine della lite, in un momento di follia, Caraccio avrebbe stretto la cintura la collo della madre forse mentre riposava sul letto.
Massimiliano Lanzotto
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