Dal prete padre all’angelologo Tutte le spine di monsignore

Quando nel 2010 fu catapultato a Salerno dalla Capitale (dove era il vice del cardinale Ruini vicario di Roma), monsignor Luigi Moretti sapeva di non trovare ad attenderlo una diocesi serena, scossa com’era dall’inchiesta sull’Angellara home e dai veleni sul “gregge”. Quello che non poteva sapere era che di lì a poco si sarebbe ritrovato sulla scrivania il caso di un parroco diventato padre e accusato di essersi impossessato di fondi della chiesa; e men che mai avrebbe immaginato che Salerno sarebbe finita al centro di un caso nazionale con l’arresto di monsignor Nunzio Scarano, imputato per corruzione a Roma e per riciclaggio a Salerno.

Per don Mimmo Siglioccolo, costretto ad ammettere la paternità in un drammatico colloquio in Curia, scattò prima l’allontanamento dalla parrocchia di San Michele in Rufoli e poi la riduzione allo stato laicale. Anche la giustizia penale è stata coinvolta: il successore inviato alla guida della parrocchia, monsignor Michele Alfano, è stato autorizzato a presentare una denuncia per appropriazione indebita, su cui le indagini sono ancora in corso e minacciano di coinvolgere anche altri esponenti della chiesa salernitana. Con Scarano l’approccio è stato diverso. All’indomani dell’arresto Moretti parlò di «macchie che impoveriscono la Chiesa», ma per eventuali provvedimenti disciplinari si attende che i processi facciano il loro corso. E quando il monsignore fu ricoverato nel reparto detenuti dell’ospedale, l’arcivescovo gli fece visita e offrì la disponibilità di una parrocchia per una detenzione domiciliare.

L’estate scorsa è stata la volta della “grana” su don Marcello Stanzione, l’angelologo di Campagna accusato di aver rivelato sul web un segreto confessionale. Lui nega, ma il caso è arrivato fino alla Congregazione per la dottrina della Fede. E adesso la vicenda spinosa dell’abuso sessuale, su cui si chiede l’intervento del Papa. (c.d.m.)

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