Dai vigneti con vista mare un Piedirosso per intenditori

Ficonera si prepara a debuttare al Vinitaly. Ma il re di casa è il Fiano Tresinus

di Barbara Cangiano

Due stelle e un cuore trafitto sono lo stemma di un’antica famiglia nobiliare di Teggiano che amava produrre il vino per deliziare il palato dei commensali. Sono passate diverse centinaia di anni e quel simbolo non è stato svuotato della sua tradizione, perchè Mario . Corrado, professione architetto e Ida Budetta, avvocato, il vino continuano a produrlo. Dopo aver recuperato vigneti abbandonati e antichi casali, con tradizionali e biologiche tecniche costruttive, sotto un carrubo centenario, coccolano filari di Fiano, Trebbiano, Greco, Aglianico e Piedirosso. In una location da favola: l’azienda San Giovanni (il nome è “rubato” da un antico monastero medievale della zona) si trova infatti a Punta Tresino, dodici ettari di natura incontaminata, sospesa tra cielo e terra, dove l’unica fonte di energia è pulitissima, perchè è data da pannelli fotovoltaici. Un buen ritiro che stregò, nel ’93, Corrado Marino, papà di Mario e che sei anni dopo portò suo figlio e sua moglie a trasferirsi nel cuore del Parco nazionale del Cilento, a Castellabate, insieme alla loro tribù composta da tre figli (Alice, Luna e Marco), due cavalli (Furiosa e Indios), un cane (Jeorge) e due gatti (Giulietta e Romeo). «E’ un posto magico- racconta Ida Budetta - da casa nostra non si vede nessun’altra abitazione. C’è solo la natura ed anche in piena estate, quando il Cilento è preso d’assalto dai vacanzieri, qui regna la pace». Profumi e immagini invitano al relax ed al viaggio interiore, mentre a sedurre il palato ci pensano le “creazioni” dell’enologo Michele Dargenio. L’ultima - ancora non presente sul mercato - è Ficonera, seicento bottiglie di Piedirosso rigorosamente numerate e destinate ad una platea di intenditori, che faranno il loro esordio al Vinitaly. «Il Piedirosso è un vitigno che abitualmente si adopera nei blend - spiega la padrona di casa - Il nostro, invece, è profumato, di spessore e di piacevole beva. Insomma, sarà una bella sorpresa». E c’è da crederle, visto che gli altri quattro capisaldi della tenuta (a cui, a seconda delle annate, si aggiunge Isca della Castagna Igt) hanno portato a casa premi e segnalazioni eccellenti, da Veronelli a Slow Food. Tra i bianchi c’è il Tresinus (il cui nome evoca le tre insenature del golfo), un Fiano in purezza ed il Paestum, un blend in cui trovano posto anche Trebbiano e Greco. Tra i rossi spicca il Maroccia (il toponimo viene da un vallone situato in prossimità del vigneto dove nascono le uve di Aglianico ed evoca il binomio mare e roccia che fa di San Giovanni un set cinematografico degno del primo Salvatores) ed il Castellabate (Aglianico e Piedirosso). Il desiderio di un recupero filologico delle radici del territorio si riscontra non solo nel restyling che ha voluto preservare le pietre erose dal vento e gli spazi sconfinati, ma anche in una coltivazione rigorosamente bio e nella scelta di etichette dove segni grafici stilizzati hanno lasciato la scena a muretti a secco cilentani, alla finestra del monastero di San Giovanni, a scorci del vigneto e perfino ad uno scoglio di Punta Tresino. «Amiamo moltissimo questa terra, perciò abbiamo deciso di lasciare tutto e di trasferirci qui», conferma Ida Budetta che per non tradire la filosofia aziendale preferisce che le sue bottiglie vengano acquistate direttamente in azienda. I bianchi «sono meteore, quelli usciti a giugno 2012 ad agosto erano già terminati ed alle volte è difficile conservare una riserva per le degustazioni». Il prodotto merita e così il passaparola è stato la migliore pubblicità: nel giro di poco San Giovanni ha iniziato ad aprire a piccole esportazioni negli Usa ed in Germania (dove l’azienda è stata anche recensita da riviste del settore). Ma in generale, «siamo felici quando i clienti vengono a trovarci, in modo che possano toccare con mano la terra da cui nascono i nostri vini». Il rischio di innamorarsi e di voler dire addio alla routine quotidiana è fortissimo. Per chi può concedersi almeno una pausa, non c’è problema: Mario e Ida da qualche tempo offrono anche la possibilità di un alloggio con vista sul mare delle sirene.

©RIPRODUZIONE RISERVATA