IL DATO

Dai salernitani neanche un euro in dono al Comune 

L’ente del capoluogo di provincia tra gli ultimi in Italia. Nella top 20 c’è Laureana Cilento, bene anche Battipaglia

I cittadini di Salerno non hanno donato neanche 1 euro al proprio Comune. È quanto emerge da uno degli ultimi rapporti di OpenPolis, la piattaforma online che si occupa di elaborazione dei dati degli oltre 5mila comuni italiani, estraendo i bilanci direttamente dal sito della Direzione centrale Finanza locale, del Ministero dell’Interno.
L’ultima elaborazione riguarda le cosiddette “entrate da trasferimenti di capitale dai privati”. In altre parole, anche i Comuni possono “ereditare” dai propri cittadini, ricevendo donazioni, trasferimenti a titolo gratuito di beni o addirittura vere e proprie quote di eredità. Ma se in comuni come Verona le donazioni ammontano in media a 73,4 euro pro-capite, per un totale di oltre 19 milioni e 400mila euro donati dai cittadini, i salernitani, dal canto loro, hanno donato l’equivalente di zero euro.
Il capoluogo campano, a differenza della città veronese che primeggia nella classifica italiana, si è posizionato infatti al 4.472esimo posto su 5mila comuni, praticamente in fondo alla classifica, insieme a tutte le altre città che hanno totalizzato zero donazioni.
Eppure non serve guardare al Nord, per restare stupiti dal dato salernitano. Il primo comune campano per donazioni private ricevute dai cittadini è Laureana Cilento, un piccolo paese di 1.185 abitanti della provincia di Salerno, che si piazza diciottesimo sui 5mila Comuni italiani. Nel paese cilentano, infatti, le donazioni hanno superato i 600 euro pro-capite, portando nella casse comunali 722mila euro. Ricignano, altro comune salernitano ancora più piccolo di Laureana Cilento, solo 1.229 abitanti, è invece al diciottesimo posto in Campania e tra i primi 200 d’Italia, con 160 euro pro-capite per un totale di 197mila euro di donazioni provenienti dagli abitanti.
Anche la vicina Battipaglia si posiziona lontanissima dal capoluogo di provincia, trovandosi ben 3.790 posti più sopra di Salerno nella classifica nazionale, vantando più di 2 milioni e 300mila euro di donazioni private.
Certo, tutti questi soldi non costituiscono una voce di entrata ordinaria, su cui le amministrazioni comunali possano fare affidamento ogni anno, dipendendo esclusivamente dalla volontà dei cittadini. Eppure si tratta di incassi straordinari, completamente a titolo gratuito, che possono assumere anche carattere consistente per gli stessi bilanci comunali. Risorse a costo zero che potrebbero essere recuperate e reinvestite per il bene di quegli stessi cittadini che le hanno donate, utilizzandoli per spese di amministrazione comunale, convogliando così le risorse ordinarie per investimenti straordinari su territorio e infrastrutture.
Non è un caso che nel maggio 2016 sia stata presentata una proposta di legge in materia di successioni per modificare gli articoli 565 e 585 del codice civile, proposta nata da una inusuale alleanza tra Lega Nord e Pd. L’iniziativa di legge, firmata dal senatore dem Carlo Pergorer e dai leghisti Erika Stefani e Davide Caparini, propone infatti di prevedere che, in mancanza di eredi, i beni di un cittadino defunto vengano assegnati al patrimonio del Comune e non più dello Stato, come è previsto oggi. Una “nuova risorsa” su cui tanti già puntano e che qualcuno vorrebbe ufficializzare anche come successione mortis causa. Una nuova normativa che, se attuata, potrebbe anche aiutare a comprendere se la quota zero, totalizzata a Salerno, possa dipendere più da una disaffezione dei cittadini al proprio Comune, o da una miracolosa longevità, combinata al proliferare di nuove generazioni di futuri eredi.

©RIPRODUZIONE RISERVATA