«Da oltre tre mesi la politica è paralizzata»

Assemblea del fronte del No salernitano. Amendola: «Stiamo perdendo di vista i problemi del Paese»

SALERNO. La riforma è stata già fatta, questo referendum è solo una formalizzazione. È forte quanto innovativo il punto di vista rilanciato dal fronte del “no” salernitano. Sembra un punto di vista di rottura rispetto alla campagna bilaterale che sta letteralmente spaccando il Paese, con o contro Renzi. «È una campagna che sta bloccando la politica da tre mesi, annullando discorsi e percorsi su politiche industriali, edilizia, sicurezza e lavoro nei territori, come in quello salernitano», spiega Mario Tarallo. Dall’assemblea tenutasi nella zona orientale arriva un allarme unanime che vuole «spezzare un dibattito vuoto tutto interno a una guerra di partiti che sta facendo perdere di vista i veri problemi dell’Italia e del vero scopo tutto politico del referendum stesso», spiega Giso Amendola, docente dell’Università di Salerno. Secondo il professore Amendola infatti la riforma della Costituzione materiale è già stata fatta demolendo i diritti fondanti della stessa, dall’istruzione al lavoro, dalla sanità e dall’ambiente ai beni comuni, «ora non resta che votare sì per formalizzare quella che è una riforma già compiuta». Della stessa idea è Luca Casarini, leader nazionale del movimento italiano no global e attuale membro della presidenza nazionale di Sel. «La Costituzione va attuata non modificata», è questo il motto da cui parte Casarini per spiegare che «occorre più che mai occuparci della Costituzione materiale poiché sono queste le regole già modificate per quanto riguarda i lavoratori, gli studenti, gli immigrati, e tutte le fasce attualmente più colpite dalle politiche portate avanti finora». Per Casarini il fronte del no non può esistere perché costituisce un vero mostro per come si è andato costituendo, «ho davvero difficoltà a credere alla retorica della destra xenofoba, che fa un evidente uso propagandistico della Costituzione». Quello di ieri è un tentativo di smarcare le sorti di un referendum da un duello all’ultimo spot tra due fronti politico contrapposti, che tenta di spostare l’attenzione anche ben oltre il merito puramente tecnico, sottolineando che «votare no vuol dire fermare un ennesimo cambiamento frettoloso all’inseguimento di una bandierina, che non cambierà nulla rispetto a pratiche già attuate negli ultimi tre anni», dichiara Franco Mari.

Marco Giordano

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