Angri

Da cinque anni vivono in quattro nella roulotte

L’appello di Francesco: «Voglio solo un lavoro per mantenere la mia famiglia»

ANGRI. Fino a qualche anno fa aveva un lavoro. Adesso non ha più niente ed è costretto a vivere, con la sua famiglia in una roulotte. Francesco Manzo, la sua compagna e due bambini vivono accampati in pochissimi metri quadrati in piazzale Lazio, ad Angri, ormai da cinque anni. E così Francesco lancia un appello alle istituzioni e lo fa soprattutto per i suoi bambini che non possono più vivere in condizioni di degrado estremo. «Datemi un lavoro per assicurare un tetto alla mia famiglia – ha dichiarato – non so più che strada prendere. Ho due bambini, uno nato tre mesi fa e uno più grande operato qualche anno fa di palatoschisi. Sono cinque anni che chiedo aiuto e nessuno mi sente».

È l’ennesimo appello di Francesco che non lavora, quindi non ha reddito e non può permettersi l’affitto di una casa, e al momento non esiste una graduatoria ufficiale per gli alloggi popolari. «Chiediamo anche solo una stanza per vivere dignitosamente – continua Francesco – sono un metalmeccanico professionista e da quando ho perso il lavoro mi arrangio. Sopravvivo alla giornata. Quando mi reco ai servizi sociali non ottengo mai nessuna risposta positiva eppure al Comune conoscono la mia situazione. Come mai le istituzioni non mi aiutano? Sono disperato».

L’appello va anche a qualche imprenditore o costruttore della zona: «Ho bisogno di lavorare, andrei ovunque perché così non posso più stare. Non vado in depressione per amore dei miei figli».

Non c’è acqua calda, manca la corrente, non c’è una doccia nella roulotte circondata da un recinto realizzato alla buona con vecchie porte, reti e teli. Nel cortile, per intrattenere il piccolo nelle ore pomeridiane, Francesco e Rosa hanno allestito un’area giochi. «Non voglio soldi da nessuno, voglio solo lavorare anche poche ore al giorno».

I tanti appelli lanciati all’amministrazione di Angri al momento non hanno portato frutti. I coniugi Manzo confidano nell’assegnazione di un alloggio popolare. “Ci sono alloggi vuoti e non capisco perché non provvedono ad assegnarli«, conclude Francesco.

 

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