Da 17 mesi senza lavoro «Viviamo con i coupon»

Gina e Alfonso hanno anche aiutato suor Fortuna a risparmiare grazie al web

Riuscivano a risparmiare almeno 500 euro al mese recuperando dalla rete o dalle offerte dei centri commerciali i buoni sconto necessari ad andare avanti nonostante la perdita del lavoro e quattro figli. E ci riescono ancora, nonostante di lavoro ancora nessuna traccia. Era marzo dello scorso anno quando, su queste pagine, raccontammo la determinazione e l’inventiva dei coniugi Alfonso Liguori e Gina Potente, entrambi rimasti senza lavoro dopo il fallimento della catena Eldo dove lavoravano da anni. Lui 41 anni, direttore di uno dei punti vendita della Eldo a Mercogliano, lei 36, dipendente presso lo store di Salerno che, nel gennaio 2014, vede le saracinesche abbassarsi per non riaprirsi più.

Gina ed Alfonso hanno partecipato a trasmissioni televisive locali e nazionali, per spiegare il loro ingegnoso sistema, ma dopo un anno la loro situazione non è cambiata di molto. «Ci manca ancora il lavoro – spiega Alfonso – Come un anno fa, io e mia moglie ci dividiamo la giornata tra chi cura la famiglia e chi manda curriculum o risponde alle mail che offrono coupon e buoni sconto. Oramai il sistema è rodato e riusciamo a vivere in maniera più che soddisfacente grazie ad un po’ di buona volontà». Gina ed Alfonso sono ormai una speranza anche per le oltre 15mila persone in tutta Italia che li seguono sulla loro pagina Facebook. «Oltre a noi ci sono tantissime persone – racconta Gina - che hanno bisogno di risparmiare. Persone che ogni giorno, sulla nostra pagina “50 cent è buono, gratis è meglio” ci chiedono consigli su dove dirigerci e su quale offerta prendere. Al Nord c’è molta più gente attiva, sono molto più aperti, molto più tecnologici mentre al Sud abbiamo notato che c’è molta più pigrizia». Ci sono anche i risvolti curiosi come quello di suor Fortuna: «Tempo fa ci arrivò la richiesta d’aiuto di una suora che voleva sapere come riuscire a risparmiare per il suo collegio – continua Gina - Suor Fortuna ha messo così tanto a frutto i nostri consigli che oggi è diventata tester per la marca di pasta De Cecco, riuscendo a distribuire ai bambini del suo collegio i tanti gadget che la grande azienda le fa arrivare. E’ solo un esempio ma ce ne sarebbero tanti altri da poter raccontare».

Le preoccupazioni in casa Liguori però non finiscono. Nonostante l’ottimo sistema, i coniugi sottolineano che il loro è solo un escamotage per stringere la cinghia in maniera indolore. «Facciamo una grande scorta di detersivi, abbigliamento per bambini, di confetture e altri oggetti – precisa Gina - ma poi il resto dobbiamo acquistarlo a prezzo pieno, e non potremo farlo senza uno stipendio. Ad oggi riusciamo a vivere grazie alla mobilità, ma quando finirà, cosa faremo?». Tanti curriculum inviati, diversi colloqui effettuati ma nulla che possa risolvere la situazione, mostrando uno spaccato del mondo del lavoro alquanto preoccupante. «Più volte ci hanno contattato per offrirci del lavoro, che però non andava oltre i 6 mesi d’incarico – racconta Alfonso - A volte ci offrivano lavori a contratto mensile, con uno stipendio che non copriva nemmeno i costi di spostamento da casa nostra. La mobilità, che ci fornisce un reddito minimo, terminerà per entrambi nel 2017 e possiamo interromperla solo due volte per sostituirla con dei contratti lavorativi. Sospenderne l’erogazione per contratti mensili è totalmente inutile. Non c’è prospettiva. E le nuove riforme di Renzi non aiutano, anzi. Il periodo di mobilità è stato diminuito e la possibilità di licenziamento indiscriminato ci mette in condizioni d’incertezza perenne. Questo è un problema enorme soprattutto per chi ha superato i 35 anni, con 10 di lavoro alle spalle, e non sa più che reinventarsi. Io sono una persona abbastanza dinamica e non nascondo che se non dovessi trovare un lavoro a breve, rifletterei sul cambiare totalmente mestiere. Sto pensando anche a fare dei corsi per diventare pizzaiolo ed andarmene all’estero».

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