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D’Alterio e Cerrone volevano picchiare anche i carabinieri

CAMPAGNA. I “ragazzi di Campagna” progettavano dei pestaggi a quanti avevano collaborato con le forze dell’ordine. Si scopre dalle intercettazioni ambientali e dai colloqui in carcere. Tra le vittime...

CAMPAGNA. I “ragazzi di Campagna” progettavano dei pestaggi a quanti avevano collaborato con le forze dell’ordine. Si scopre dalle intercettazioni ambientali e dai colloqui in carcere. Tra le vittime designate c’erano anche il comandante della locale stazione dei carabinieri, il luogotenente Vincenzo Pessolano. Ieri, intanto, il gip Sergio De Luca ha sottoposto ad interrogatorio di garanzia Danilo D’Alterio, 40 anni, detto ‘o napulitano, l’uomo dei contatti con i clan torresi, e Massimo Cerrone, 46, entrambi di Campagna, arrestati per l’intimidazione a un testimone.
Se D’Alterio ha risposto al giudice, dichiarandosi estraneo ai fatti, Cerrone ha reso spontanee dichiarazioni, sostenendo di conoscere solo di vista la vittima (un pregiudicato di Campagna). Per entrambi è rimasta la misura cautelare in carcere perché indagati di sequestro di persona, violenza e minaccia per costringere a commettere reato, aggravata dal metodo mafioso. I difensori – tra questi Nicola Naponiello – potranno ora ricorrere al Riesame contro la misura cautelare eseguita martedì dai carabinieri della compagnia di Eboli, diretta dal capitano Luca Geminale.
Le indagini della procura di Salerno, sostituto procuratore Elena Guarino, hanno ricostruito gli episodi intimidatori messi in atto da D’Alterio e Cerrone per far ritrattare il teste. Lo stesso fu costretto a sporgere querela contro i carabinieri per calunnia. In una circostanza – scrive il gip – gli indagati prelevarono la vittima sotto casa, lo costrinsero a salire in auto e lo portarono in un luogo isolato dove fu picchiato fino a costringerlo a ritrattare le accuse.
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