VERSO IL BALLOTTAGGIO

Cuomo: «Eboli: speranza e passione per ripartire»

«Bisogna uscire dall’isolamento per dare un futuro all’intera città: più infrastrutture per attrarre investimenti»

EBOLI - Una campagna elettorale «lunghe e difficile», nel corso della quale piuttosto che discutere «di programmi e contenuti» si è dovuto assistere «ad attacchi gratuiti e personali»; un segnale della «degenerazione e del degrado di un certo modo di fare politica, soprattutto in occasione delle Comunali». Malgrado questo Tonino Cuomo , in corsa per ottenere domenica l’elezione a sindaco nel ballottaggio con Mario Conte , non si abbatte. Anzi. «Mai arrendersi - dice - bisogna andare avanti perché quel che conta è essere utili alla propria comunità, per il benessere collettivo. Ecco perché io parlo di programmi, del rilancio della città e, soprattutto, trovare soluzioni a problemi che attanagliano Eboli ormai da un trentennio ».

«Chi si impegna in politica - aggiunge - soprattutto chi è chiamato ad amministrare la cosa pubblica, deve assolvere al suo obbligo verso la comunità in maniera esclusiva, assorbente. Governare il Comune o qualsiasi altro Ente come un’azienda, insomma, con tempi e scadenze precise». E fa un esempio: «Pensiamo all’ex Pastificio Pezzullo, un immobile ora praticamente al centro della città. Ebbene, l’area del vecchio opificio fu consegnata al Comune nel 1989, in virtù del trasferimento produttivo nel nuovo stabilimento. Da allora - e sono ormai passati diversi decenni - l’ex pastificio è una zona ancora abbandonata, pericolosa per gli abitanti dell’intero quartiere che la circonda. Cosa farei da sindaco? Convocherei subito gli imprenditori che hanno sottoscritto il project financing col Comune e chiederei se l’investimento privato previsto sia ancora economicamente percorribile, per poi procedere alla soluzione dei contenziosi in atto. In caso contrario bisogna sciogliere quel patto e andare oltre, con un nuovo progetto di recupero. Sempre partendo dal presupposto che l’ex opificio va abbattuto subito, perché pericoloso».

L’ex pastificio apre il discorso su altri immobili dismessi, come l’ex macello, e aree urbane da recuperare e rivitalizzare come piazza Borgo. Ma per fare questo, per attrarre investimenti e creare infrastrutture utili alla comunità e a chi investe, «bisogna che Eboli esca dall’isolamento in cui è piombata in questi anni». E ancora esempi: «Guardi cosa sta accadendo per il progetto di prolungamento della metropolitana che prevede il collegamento tra il capoluogo l’aeroporto, Bellizzi e quindi Battipaglia: ebbene, bisognerà lavorare perché arrivi fino alla nostra città». E poi le Zes, le zone economiche speciali a fiscalità agevolata e semplificazione amministrativa: «Perché non prevedere per Eboli le stesse opportunità di sviluppo della vicina Battipaglia?». Ma per far rientrare la città in questa circuito virtuoso c’è bisogno di una «filiera istituzionale » che è venuta a mancare.

A causa «di una classe dirigente miope» che ha pensato a coltivare il proprio orticello senza aprirsi al territorio, alle opportunità. «Noi abbiamo una grande risorsa, il mare. Ma da solo non basta ad attrarre investitori, a creare sviluppo. Se manca la capacità attrattiva manca tutto. Vuole un altro esempio? Viale Amendola: fino a qualche anno fa era pieno di negozi, di vita. Ora si può fittare un locale sul corso principale del paese con poche centinaia di euro». Eboli «deve riconquistare, attraverso la sua classe dirigente, autorevolezza e credibilità, solo così potremo in futuro creare occasioni di investimento e di lavoro per i nostri giovani». E il futuro per la città della Piana come di tante altre città d’Italia è il Pnrr, il piano di investimenti del post-pandemia: «È una opportunità che non possiamo perdere, anzi. Dovremo attrezzarci con progetti validi e coerenti con l’idea di sviluppo del nostro territorio per poter accedere ai fondi Ue. Ma bisogna creare le pre-condizioni perché ciò avvenga: una macchina comunale efficiente, una mentalità politica aperta. Insomma, dobbiamo ricominciare a camminare, con speranza, pragmatismo e passione».