Cstp, piano di rientro bocciato al ministero Rabbia dei lavoratori

Si mettono male le cose per il Consorzio salernitano di trasporto pubblico. Un mese fa il Ministero dello Sviluppo Economico aveva chiesto all’azienda di integrare il piano di risanamento presentato....

Si mettono male le cose per il Consorzio salernitano di trasporto pubblico. Un mese fa il Ministero dello Sviluppo Economico aveva chiesto all’azienda di integrare il piano di risanamento presentato. Ora la doccia gelata della mancata approvazione. A denunciarlo sono i rappresentanti del Comitato lavoratori trasporti pubblici, che in una nota diffusa ieri parlano di bocciatura del piano, con conseguenze drammatiche per il Cstp. «Non possiamo che prendere atto che il ministero ha ritenuto non valido il progetto presentato dal professor Pasquino» denunciano i lavoratori. Proprio all’indirizzo del commissario straordinario si scagliano i rappresentanti del comitato, chiedendo che si faccia da parte. «La cosa più giusta che potrebbe fare – diconono rivolgendosi a Raimondo Pasquino – è dare le dimissioni, facendo così risparmiare al Cstp quel milione di euro che dovrebbe avere per il suo operato».

Pur consapevoli del fatto che le responsabilità della situazione attuale del Consorzio vengono da lontano, non risparmiano critiche a chi, nell’ultimo anno, è stato chiamato a gestire una situazione difficilissima, soprattutto per la pesante esposizione debitoria dell’azienda. «Vi era la possibilità di creare una ristrutturazione vera, che avrebbe fatto recuperare centinaia di migliaia di euro creando nel contempo un servizio migliore per i cittadini» sostengono in una nota i responsabili del Comitato lavoratori. Che elencano anche gli interventi che avrebbero potuto dare respiro alle casse del Cstp: «Progetti che avrebbero evitato di pagare il fitto e costi di trasferimento per l’allocazione notturna di autobus presso la Metanauto, l’individuazione presso il deposito di Cava una struttura predisposta ad effettuare collaudi interni ed esterni, perfino, non fu possibile ritrasferire la linea 9 al deposito di Cava che da studi aziendali faceva recuperare oltre 200 mila euro annui». Altro punto verso cui si indirizzano le critiche è quello legato all’organizzazione del servizio. «Il Comune di Salerno aveva presentato un progetto di razionalizzazione e riorganizzazione dei servizi che avrebbe migliorato il trasporto nella città capoluogo, con enormi risparmi sia in impegno di mezzi sia di personale. Nulla è stato fatto».

Infine, una considerazione amara da parte degli esponenti del Comitato: «Stupiti, sorpresi, perfino addolorati, dobbiamo prendere atto che con la non approvazione del ministero, del progetto presentato dal professor Pasquino, si chiude un’azienda che è stata l’unica azienda pubblica che opera in provincia di Salerno».

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