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«Cstp, futuro in bilico come per la Provincia»

Qualche giorno fa anche la Gazzetta Ufficiale ha sancito l’insediamento del già rettore Raimondo Pasquino al ruolo di commissario straordinario del Cstp. Stando alle linee guida riportate nel piano...

Qualche giorno fa anche la Gazzetta Ufficiale ha sancito l’insediamento del già rettore Raimondo Pasquino al ruolo di commissario straordinario del Cstp. Stando alle linee guida riportate nel piano redatto dall’allora commissario giudiziale Pasquino inviato al Ministero dello sviluppo economico per l’ammissione all’amministrazione straordinaria per le grandi imprese in crisi, saranno due gli anni di sacrifici e risparmi al fine di conseguire l’equilibrio di bilancio ma soprattutto per avviare definitivamente l’azienda all’autosufficienza attraverso un’austera ristrutturazione. Ma a lanciare l’allarme, ieri, è stato l’assessore provinciale Michele Cuozzo che, a margine di un incontro avuto nella giornata precedente con Pasquino, ha rilanciato una serie di interrogativi già noti che riguardano proprio il futuro del consorzio. «Bisogna fare chiarezza su due aspetti fondamentali – ha spiegato Cuozzo – quanto la Regione vuole investire per il tpl ma soprattutto a chi spetteranno le competenze ed in che misura. In più voglio anche precisare che in questa partita ha un ruolo fondamentale anche l’eventuale cancellazione delle Province. Se dovesse accadere, visto che siamo soci di maggioranza del Cstp, cosa accadrebbe? Interrogativi a cui bisogna dare immediatamente risposta altrimenti il futuro non sarà roseo come invece immaginavamo».

Fra le varie misure per il salvataggio del consorzio ha un peso importantissimo anche il contenimento della spesa per il costo del personale, ciò anche alla luce dei tagli eventualmente imposti da Regione e Provincia a causa della scarsità di risorse. Al Cstp gli esuberi potrebbero arrivare fino a settanta, da trattare con mobilità, accompagnamento alla pensione, esodo o cassa integrazione. Proprio a questo proposito, nei prossimi giorni, dovrebbero riprendere le contrattazioni con le organizzazioni sindacali. (c.i.)

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