Crollo alle Provinciali Forza Italia va alla conta

Il coordinatore provinciale chiama all’appello i dirigenti per una verifica dopo le critiche sul risultato e sulla composizione della lista degli azzurri

SALERNO. A cinque giorni dal voto per le Provinciali, questa mattina Forza Italia si riunisce per commentare il voto di domenica e rilanciare l’azione politica sul territorio. Lo fa il coordinatore provinciale, il senatore Enzo Fasano dopo che nel centrodestra e nello stesso partito, si era aperto un fronte di polemiche sul risultato conseguito ma anche e soprattutto sull’azione degli azzurti in città e nell’intera provincia. Un partito che sembra essersi dissolto come il suo leader nazionale. A lanciare il campanello d’allarme ai vertici del partito è stato Romano Lello Ciccone che insieme al consigliere comunale Peppe Zitarosa si erano intestati la vittoria dell’unico consigliere provinciale preso dal partito di Berlusconi, il consigliere comunale di Buccino Gregorio Fiscina. Le critiche, per la verità, erano arrivate anche dall’ex consigliere comunale salernitano Salvatore Gagliano, che dopo aver esaminato l’esito del voto, su Facebook commentava: «Ma queste persone che rappresentano, malissimo, Forza Italia, quando penseranno di lasciare spazio a qualcuno che sia più capace e magari anche più credibile? Oramai sono riusciti a toccare veramente il fondo del barile». Un attacco durissimo alla dirigenza del partito ma anche una scossa, così come è stata quella di Ciccone, a rimettere in moto un partito che a partire dalle scorse amministrative sembra essersi annichilito.

«Io non ho dato nessun valore politico al voto per le provinciali» commenta il commissario a Nocera Inferiore, Antonio Roscia. Per l’ex coordinatore cittadino di Salerno «il potere delle Province è tutto nelle mani del solo presidente i consiglieri contano poco o nulla. Quel voto, è solo una conta interna tra partiti che non ha nessun peso elettorale». Roscia allontana le critiche, «la situazione deve essere ricomposta e il coordinatore provinciale Fasano credo che lo abbia già fatto». In effetti, suggerisce Roscia, «le critiche sulla lista sono fuori luogo. Forza Italia, da qualche tempo, può contare su pochi amministratori. Credo sia legittimo – aggiunge poi – che Ciccone e Zitarosa “chiedano visibilità” ma non ritengo ci siano polemiche». È chiaro però che l’azione del partito deve essere rilanciata e «l’assenza di un coordinatore cittadino si fa sentire». In effetti – a parte l’impegno sul voto referendario, lasciato al buon cuore di qualche militante – l’azione del partito si sostanzia solo nell’opposizione a Palazzo di Città. «È necessario rilanciare l’azione politica in città» commenta Vittorio Acocella. E questo tradotto significa «uscire dalla logica della critica tout court, ma capire quali sono le cose sulle quali noi possiamo uscire con una proposta alternativa». In pratica «è necessario far capire ai cittadini qual è il nostro progetto di governo della città – prosegue Acocella – e non lo possiamo fare come si è fatto alle amministrative, lavorando quattro mesi con Celano e tre con Amatruda. Ma farlo lavorando per quattro anni».

Fu grazie anche al lavoro di Acocella se alle scorse amministrative Forza Italia riuscì a presentare una lista per Palazzo di Città. In quegli stessi giorni, il coordinatore cittadino Raffaele Adinolfi aveva sbattuto la porta aderendo agli ultracattolici dell’altro Adinolfi, Mario e candidandosi alla testa di una lista targata “Popolo della famiglia”. Le precedenti Regionali avevano già esposto i big salernitani e nessuno era disposto a rimettersi in corsa per il Comune. Così la candidatura a sindaco di Gaetano Amatruda sembrò tirare fuori dalle secche il partito. Poi il passo indietro del portavoce dell’ex presidente della Regione, permisi a Forza Italia di entrare nella scia di Roberto Celano che aveva già costruito tre liste civiche e macinava consensi. Solo così Forza Italia permise all’unico candidato azzurro, Peppe Zitarosa di ritornare in consiglio comunale. Da allora il partito sembra essersi fermato alla sola azione politica del consigliere Celano e a quella di Amatruda. Il primo concentrato a bacchettare l’amministrazione comunale il secondo quella regionale. Ma né il primo né il secondo unitamente al partito, hanno messo sul tavolo una proposta alternativa di governo, limitandosi a puntellare ora gli scivoloni di Napoli ora le uscite scomposte di De Luca.

Ritornando al risultato delle Provinciali, per Acocella «non è rappresentativo dello stato di salute di un partito. La nostra lista non ha candidato nemmeno un sindaco perché non ne abbiamo. E pure se gli altri sette consiglieri avessero preso voto, il totale sarebbe stato lo stesso. Piuttosto la domanda deve essere come mai dopo 15 anni non abbiamo più sindaci? Non è un errore imputabile all’ultimo anno». Ma per Acocella queste provinciali un dato lo consegnano «la prestazione di Giuseppe Ruberto e Pietro Sessa, due giovani consiglieri con i quali si può costruire una nuova pagina politica».

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