Crocifisso ritrovato Quattro giornate di spettacoli e mercati

La manifestazione si terrà dal 28 aprile al primo maggio Appuntamenti per i bambini, laboratori e degustazioni

Tutto pronto per la Fiera del Crocifisso ritrovato, la kermesse che riporta il Medioevo a Salerno attraverso rievocazioni storiche, spettacoli, artigianato ed enogastronomia di qualità. L’appuntamento è dal 28 aprile al primo maggio e tantissime saranno le novità dell’edizione targata 2017, la seconda senza la presenza di Peppe Natella, patròn della Bottega San Lazzaro. A prendere il suo posto, le figlie Chiara e Rossella, che hanno riprogettato la manifestazione, pensandola soprattutto a misura di bambino, con iniziative dedicate ai più piccoli ed alle famiglie. Otto i luoghi del centro storico che per quattro giorni richiameranno salernitani e turisti. In largo Abate Conforti sarà ricostruito il mercato medievale con la rappresentazione degli antichi mestieri; ai Barbuti, invece, troveranno posto le taverne medievali, dove sarà possibile degustare piatti tipici e il laboratorio di Pietro Barliario; al Tempio di Pomona ci sarà il mercato delle erbe e delle piante officinali con uno stand di giochi medievali che costituirà una delle principali attrattive della manifestazione; il giardino fiorito, con un laboratorio che vedrà protagonista il baco da seta, fino alla tessitura e alla colorazione delle stoffe, animerà piazza Alfano I, mentre via dei Mercanti sarà attraversata da giocolieri, musicisti e artisti di strada. Mercato medievale con spettacoli itineranti in piazza Sant’Agostino, rievocazioni storiche in via Masuccio Salernitano e per finire, un vero campo di battaglia medievale troverà posto a largo San Petrillo, insieme al tradizionale mercatino. Ammonta a ventiduemila euro la somma che l’amministrazione comunale ha deciso di stanziare per promuovere un’iniziativa che è ormai diventata una tradizione per i salernitani e non solo e che ha riportato in vita i fasti dell’antica fiera di Manfredi che nel 1259 istituzionalizzò l’appuntamento - prima ospitato nei pressi del Duomo, poi trasferito nella zona di S. Lorenzo di Strata, vicino al fiume Rafastia - riuscendo a far diventare la città uno dei più fervidi empori commerciali del Mediterraneo. La fiera ebbe risonanza fino alla scoperta dell’America, richiamando mercanti perfino dalla Spagna ed ebrei che presero a trasferirsi nel quartiere dove ancora oggi resiste il vicolo Giudaica. Poi la debacle, in conseguenza della perdita di appeal del Mediterraneo. La svolta ci fu grazie a Pietro Barliario, l'alchimista semi leggendario che, secondo il mito orale, in una notte di tempesta, costruì l’acquedotto medievale, meglio noto tra i salernitani come l’arco dei diavoli. Quando i suoi nipoti, Fortunata e Secondino, morirono dopo aver ingerito alcuni veleni presenti nel laboratorio, Barliario decise di abbandonare i demoni e di convertirsi al cristianesimo, dinanzi ad un Crocifisso ligneo (custodito attualmente nel Museo Diocesano), venerato nella chiesa dei Padri Olivetani, nel Monastero di San Benedetto. Il Cristo chinò la testa e da quel momento, ogni venerdì, centinaia di persone da ogni dove si recarono in pellegrinaggio a Salerno per ricordare il miracolo. Tra loro, piano piano, iniziarono a farsi strada i commercianti, che sfruttando la dedizione popolare, fiutarono l’affare, trasformando così il centro storico, in un’area di forte rilievo commerciale.
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