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Cristian è ritornato a casa «Una grande esperienza»

NAPOLI. La notizia che a casa D’Alessandro attendevano da circa tre mesi è arrivata poco prima delle 10 con un tweet di Greenpeace Russia: Cristian, l’attivista napoletano dell’organizzazione...

NAPOLI. La notizia che a casa D’Alessandro attendevano da circa tre mesi è arrivata poco prima delle 10 con un tweet di Greenpeace Russia: Cristian, l’attivista napoletano dell’organizzazione ambientalista che per circa 90 giorni è stato trattenuto dalle autorità russe (per due mesi in carcere) ha ottenuto il visto di uscita e il passaporto e sta per tornare in Italia. E nel primo pomeriggio, quello che in mattinata era stato solo un annuncio, si concretizza nell’abbraccio che il giovane riserva a papà Aristide e mamma Raffaella. Appena atterrato a Napoli le prime parole sono di ringraziamento: «Ci siamo, ce l’abbiamo fatta. Sarò per sempre grato a milioni di persone nel mondo che ci hanno sostenuto in questi mesi. È strano pensare che in qualche modo è stata una grande esperienza: di sicuro ha cambiato le nostre vite».

Ma poi Cristian si ricorda del suo impegno ambientalista e rilancia la sua battaglia: «Alla Gazprom, alla Shell e a tutte le compagnie che intendono perforare l’Artico in cerca di petrolio - ha aggiunto – possiamo dire che la campagna di Greenpeace non si ferma qui, e non si fermerà fino a quando questo ecosistema così fragile, e così importante per il clima terrestre, non sarà protetto».

Cristian riceve - via agenzie - il saluto del sindaco de Magistris («Sono felicissimo che Cristian possa trascorrere il Capodanno a Napoli») e poi quello del palazzo dei Colli Aminei in cui abita, che gli riserva uno striscione di bentornato.

Nel pomeriggio gli fa visita Alessandro Giannì, direttore delle campagne di Greenpeace, che all’uscita dice: «È molto provato, stanco e anche dimagrito».

A Giannì, come a papà Aristide, Cristian ha già espresso la volontà di tornare in campo col vessillo di Greenpeace: «Non credo che quanto successo lo fermerà - dice il padre - perché è un ideale che ha sempre seguito e anche questo fa parte del gioco». Al figlio ha consigliato di «continuare a fare quello che ha fatto finora». E ciò, nonostante l’inferno che ha vissuto per tre lunghi mesi.