Crisi della castagna Nei comuni picentini in arrivo 26mila euro

La Regione ha approvato l’elenco definitivo dei progetti nell’ambito dell’emergenza territoriale causata dal cinipide

GIFFONI VALLE PIANA. Buone notizie dalla Regione Campania per fronteggiare la crisi che ha colpito il comparto della castanicoltura nel territorio salernitano. La responsabile del dipartimento della salute e delle risorse naturali, Denise Bruno, con decreto dirigenziale 162 dello scorso 30 novembre, ha approvato l’elenco definitivo dei progetti ammissibili a finanziamento, nell’ambito dell’emergenza territoriale causata dal cinipide galligeno che ha colpito moltissimi castagneti.

Tra gli enti presenti nel documento, ci sono molte comunità montane e numerosi comuni della provincia di Salerno, ai quali saranno elargiti importanti contributi. Tra questi figura anche la comunità “Monti Picentini”, alla quale gli uffici regionali hanno stanziato 26.360 euro, corrispondenti a 140 lanci nell’ambiente dell’insetto conosciuto con il nome di torymus sinensis, il parassita antagonista del cinipide. Tali lanci verranno effettuati nei prossimi mesi nei comuni di Acerno, Montecorvino Rovella, Giffoni Valle Piana, Giffoni Sei Casali, San Cipriano Picentino, San Mango Piemonte. Al comune di Cuccaro Vetere che rientra nel territorio del Bussento-Lambro-Mingardo, spettano 28.474 euro, per un totale di 101 lanci; all’associazione Castanicoltori campani (comunità montana Calore Salernitano, Alento Monte Stella) 27.440 euro, anche in questo caso i lanci previsti ammontano a 140.

Scorrendo la graduatoria degli enti ammessi a finanziamento, troviamo la comunità montana Vallo di Diano-Gelbison-Cerviati, Tanagro, Alto e Medio Sele-Alburni, anche per questi organismi la Regione ha stanziato 27.440 euro pari a 140 lanci. 22.170 euro, invece, alla comunità montana Monti Lattari, in questa area la lotta biologica al cinipide si effettuerà con 120 lanci.

Solo quest’anno, secondo alcuni sindaci della provincia di Salerno, la produzione della castagna è precipitata del 95 per cento, causando un grave danno alle aziende agricole del settore. Molti comuni picentini, infine, hanno chiesto lo stato di calamità naturale per far fronte al danno economico subìto dai produttori.

Roberto Di Giacomo

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