Crescent, Sgarbi in “privato” «Per me è troppo grande»

Il critico si intrattiene nella stanza del plastico e spiega che il progetto doveva essere più contenuto «Il sindaco è entrato nel corpo dell’architetto spingendolo al gigantismo. Ci voleva un esorcista»

«Non è un obbrobrio architettonico come quello di Chipperfield, che non si può guardare. Ma se lo interrompi prima e lo facevi un piano più basso sarebbe stato meglio». Il critico d’arte Vittorio Sgarbi racconta così, in “privato” - a convegno in corso - ad uno sparuto gruppo di persone, la sua idea di Crescent. «È un’idea architettonica, un teatro, una quinta. Se si edificasse un terzo di meno, sarebbe meglio». Purtroppo però «l’idea di Bofill è stata gigantizzata da De Luca». In pratica, ironizza il critico «De Luca è entrato nel corpo di Bofill e come un demone, impossessandosi della sua mano, gli ha suggerito di farlo sempre più grande». Così, l’unico modo per salvare la città era «rivolgersi ad un esorcista». Scherzi a parte, per Sgarbi il Crescent non «è peggio di quello che c’è intorno» e il riferimento è anche e soprattutto a Palazzo di Città («brutto e inutile»). «Se non fosse stato così grande forse avrebbe avuto anche il plauso dei suoi detrattori - spiega - Ma De Luca è talmente fascista che se ne frega dei vostri applausi: il popolo deve obbedire» dice imitando la voce di De Luca.

Durante il convegno, Sgarbi - arrivato in ritardo perché fermato dai comitati sotto il Comune che gli hanno mostrato il suo vecchio artico sul Crescent titolato: “La piazza di Stalin”, alla vista del quale il critico pare abbia balbettato - ha dichiarato: «Oggi sono qui a rinnovare il mio pentimento e sono sempre più convinto che il progetto sia compatibile con l’idea di una città viva. Nella mia vita - ha rimarcato - ho vissuto una condizione opposta al sindaco salernitano visto che io ho sempre tentato di impedire scempi paesaggistici e per questo dalle associazioni che mi hanno visto qui a Salerno a parlare del Crescent sono stato etichettato come un pentito. Non capisco come la gente si accanisca contro il “mostro” Crescent e tolleri, invece, edifici obbrobriosi in città proprio come Palazzo di Città o il palazzo dell’Inail. Magari a Firenze ci fosse stato un sindaco come De Luca, che a mio avviso nasconde in sè un architetto».

E sul Crescent ha poi aggiunto: «Questo abbraccio verso il mare mi sembra una soluzione molto più coerente di questo Palazzo di Città, inutile gigantismo con una sala così grande che può andar bene solo per i discorsi di De Luca, ultimo sindaco che celebra il ricordo del duce».

Ma certo «non si può aggredire il primo sindaco di Italia coperto da indagini giudiziarie da parte di magistrati che lavorano un giorno al mese e che ha una cattiva stampa che lo dipinge come se fosse un distruttore». Ma in “privato” lontano da orecchie amiche dice: «Da sottosegretario non lo avrei fatto fare» e «anche io sta con i movimenti perché è troppo grande». ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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