Crescent, il giorno del “sì” De Luca con Bofill e Sgarbi

Dal convegno “Italia Viva” a Palazzo di Città al flash mob in piazza Portanova L’amministrazione chiama a raccolta i sostenitori del progetto che divide la città

È il giorno del “sì”. Un matrimonio, quello con l’architettura del Crescent, che divide la città. Oggi il sì alla mezzaluna di Riccardo Bofill si celebra a Palazzo di Città (ore 10) con il convegno “Italia Viva. Per una carta del rinnovo urbano” al quale oltre all’architetto spagnolo sono invitati, tra gli altri, il critico d’arte Vittorio Sgarbi e il sociologo Domenico De Masi. Il “sì” al progetto nell’area di Santa Teresa viene celebrato anche in piazza Portanova dai comitati - o comitatini(?) - pro Crescent che per l’occasione daranno vita ad un flash mob oltre che accogliere i cittadini salernitani per un confronto sulle ragioni del sì. Due momenti separati tra le ragioni di chi non vorrebbe che lo scheletro del Crescent rimanga incompiuto per decenni e chi invece sostiene che deve essere abbattuto perché abusivo.

Proprio l’altro giorno Italia Nostra, forte dello schiaffo che il Ministero ha dato all’emiciclo di Bofill, spiegava che «l’unica Italia è quella Nostra non quella Viva» alludendo ad una operazione di propaganda messa in piedi dall’amministrazione. Ad insistere sull’uso strumentale dell’evento, anche il consigliere comunale Roberto Celano che sul suo profilo Facebook scrive: «Con l’operazione “Italia viva” l’amministrazione comunale “investe” denaro pubblico all’evidente scopo di tentare strenuamente di difendere un condominio privato (Crescent). Sarebbe necessario ed opportuno che i professionisti (architetti ed ingegneri) salernitani, quelli “liberi”, si mobilitino a difesa della città, della necessità di una sua “vera” e “sostenibile” trasformazione che prescinda, invero, dalle speculazioni che un’intellettualismo estraneo alla città, spesso prezzolato e/o asservito al potere non si esime dal difendere a discapito di Salerno».

Dall’altra parte ince, “Italia Viva” è il «tentativo di far partire da Salerno - spiegava l’assessore all’Urbanistica Mimmo De Maio - una riflessione nazionale sulla trasformazione urbana e le sue potenzialità culturali, economiche, occupazionali. La nostra esperienza è significativa, siamo una realtà da anni impegnata sul tema della trasformazione urbana e che ha potuto verificare, nel lavoro svolto quotidianamente, le difficoltà che si devo superare per arrivare da quello che è un progetto, una idea a quello che sarà poi la reale trasformazione di un pezzo di città».

Nel giorno del “sì” si inserisce anche una riflessione del comitato “Giù le mani dal Porticciolo - No Traforo” che parla di una «artefatta strategia del consenso, che punta a capovolgere una realtà ben nota ai salernitani, fatta non solo di opere incompiute, cantieri fermi ed inchieste, ma anche e soprattutto di mancanza di coinvolgimento, di volontà nello stimolare quella partecipazione che invece adesso si dichiara di voler far tornare alla ribalta, proprio con questo convegno e nel momento meno decisivo. Ma più che il parere di pochi tecnici selezionati - spiega il comitato - c’è bisogno di valutazioni da parte di una cittadinanza informata, consapevole dei limiti e delle esigenze della propria città». Insomma, il tutto mentre martedì prossimo il Consiglio di Stato si pronuncerà - definitivamente (?) - sul “caso Crescent”.

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