Omicidio Vassallo

Credere e andare avanti

A Greve in Chianti, qualche giorno fa, è stata intitolata una piazza ad Angelo Vassallo. Greve è un piccolo gioiello in un territorio (il Chianti) meta, da sempre, del turismo delle elite internazionali. Per molti versi Greve è un paese simile a Pollica. Eppure, dal punto di vista della tradizione e quindi della qualitá del servizio turistico offerto, solo dieci anni fa, Greve in Chianti appariva avanti, rispetto a Pollica nel Cilento, di almeno due secoli. Oggi Greve è pur sempre avanti rispetto a Pollica, ma forse soltanto di un secolo. In dieci anni possiamo dire che Pollica è riuscita a recuperare un secolo, ha accorciato enormemente le distanze dal punto di vista della qualitá dell’offerta turistica e quindi dello sviluppo del territorio. Questo è stato il miracolo compiuto da Angelo Vassallo. Creare sviluppo senza distruggere l’identitá del territorio; uno sviluppo molto intenso che, nell’ultimo decennio, non ha conosciuto alcuna altra zona della Campania e forse dell’Italia intera.

• Eppure questo sviluppo, in qualche modo, fosse anche per un puro maledetto "caso", lo ha travolto ed ucciso, tre mesi fa. Ancora oggi non se ne conoscono i motivi. Le piste su cui lavorano gli inquirenti sono due : quella della "camorra", dell’omicidio strategico o simbolico; e quella della vendetta personale di qualche delinquente locale infastidito dalla tenacia personale e fisica mostrata dal sindaco nel combattere l’illegalitá. Due ipotesi molto diverse, che tuttavia hanno un denominatore comune: Vassallo è stato ucciso perché era il simbolo della legalitá sul territorio. Ricordare Angelo Vassallo vuol dire innanzitutto questo: tenere ben presente che ucciderlo fisicamente non può e non deve significare uccidere la sua idea di sviluppo ecosostenibile e nella legalitá.

• Quasi per uno strano gioco del destino negli stessi giorni in cui si consumava l’omicidio di Vassallo uscivano nelle sale cinematografiche italiane due film girati nel Cilento e dai titoli in qualche modo profetici. "Noi credevamo" di Mario Martone e "Benvenuti al Sud" di Luca Miniero. Ricordare il Sindaco pescatore, non solo nel Cilento ma in tutto il paese, vuol dire "credere", in positivo e senza necessitá di dover usare il tempo passato. Ricordare Vassallo vuol dire dimostrare nei fatti che il Sud non è solo illegalitá e camorra, che coniugare sviluppo e legalitá è possibile, che i nostri territori non sono persi ma possono ancora rappresentare occasione di una qualitá della vita dignitosa ed orgogliosa, per noi e per i nostri figli.

• Forse non sapremo mai perché Angelo Vassallo è stato ucciso; forse la camorra non c’entra nulla. Sappiamo però di certo, giá oggi, che intorno alla sua morte è necessario costruire un percorso di speranza e di unitá. Le qualitá umane del sindaco pescatore - trasformato, suo malgrado, in eroe di una "normalitá" che diventa paradossalmente "evento" straordinario - erano la semplicitá, la tenacia, la conservazione dell’identitá, la capacitá di sognare. Ricordare Angelo Vassallo vuol dire mantenere in vita queste qualitá dentro di noi. Ricordare non per commemorare o per piangere su quello che è stato o poteva essere, ma per continuare a credere: con tenacia, semplicitá ed orgoglio.

• Ricordare che anche al Sud si può fare la raccolta differenziata, che il mare può essere mantenuto pulito e può diventare una via dello sviluppo, che tra le colline ed il mare si possono creare ponti, che la ricchezza nasce dalla capacitá di realizzare progetti semplici, che "ecologia" non è una parola difficile o inutile; che il mondo si può cambiare, con piccole azioni.