Crac Cavamarket/Hdc, dodici arresti

Una bancarotta fraudolenta da 300 milioni di euro realizzata grazie a complesse operazioni finanziarie, con lo scopo di svuotare il patrimonio del gruppo "Cavamarket/Hdc" creando un danno ai creditori. E’ quanto emerge da un’inchiesta della finanza che ha portato all’arresto di dodici persone tra cui Antonio Della Monica, gli imprenditori casertani Caputo e Catone che avevano rilevato i punti vendita, i componenti della famiglia D’Andrea e l’ex docente universitario Raffaele Capasso

Salerno. Trecento milioni di euro. A tanto ammonta, secondo gli investigatori, la distrazione messa in atto con operazioni finanziarie illecite che hanno portato all’accusa di bancarotta fraudolenta e all’arresto di dodici persone per il crac "Cavamarket/Hdc".

Ieri, i militari del nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Salerno, coordinati dal tenente colonnello Antonio Mancazzo, unitamente a quelli della sezione di polizia giudiziaria, hanno dato esecuzione a dodici ordinanze di arresti domiciliari, emesse dal gip del tribunale di Salerno Elisabetta Boccassini, su richiesta della procura della Repubblica di Salerno, coordinata da Franco Roberti. Principale protagonista delle condotte illecite è ritenuto l’ex patron di Cavamarket Antonio Della Monica, giá agli arresti per il crac del gruppo Alvi. Con lui sono rimasti coinvolti anche i componenti della famiglia D’Andrea di Cava de’ Tirreni:Raffaele, Salvatore, Marcello, Massimo, Giovanni, Roberto e Vincenzo. Ma i provvedimenti hanno riguardato anche Raffaele Capasso, giá docente nelle Universitá di Napoli e di Salerno e Marco Senatore, tutti accusati di aver commesso, nell’amministrazione delle societá "Gds srl" e "Cavamarket spa" e nella gestione delle altre societá del gruppo in concorso tra loro, più fatti di bancarotta fraudolenta, aggravata dalla rilevante entitá del danno patrimoniale.

Agli arresti domiciliari sono finiti anche RosarioCaputo e Castrese Catone, rispettivamente presidente del Consiglio di amministrazione e amministratore delegato della casertana "2C spa", responsabili per gli inquirenti di aver ricoperto un ruolo di rilievo nella realizzazione del piano criminoso.

Punto fondamentale della complessa indagine dei finanzieri è la cessione in fitto, da parte della "Gds" di Della Monica, di otto punti vendita di beni alimentari a favore della societá "2C" (due supermercati a Cava de’ Tirreni, poi a Scafati, Vallo della Lucania, Nocera, Ariano Irpino, Lione ed Aversa), pochi giorni prima la sentenza di fallimento, ben consapevoli dunque dello stato di difficoltá dell’azienda. Con lo stesso sistema, la Cavamarket spa avrebbe conferito la quasi totalitá dei propri punti vendita con marchio Despar (inizialmente 33) a favore della 2C spa.

Gli indagati avrebbero messo in atto una serie operazioni illecite, con un complesso meccanismo di plurime cessioni di quote di partecipazioni di societá, fusioni e scissioni, effettuate prima e durante le procedure fallimentari, in modo da svuotare il patrimonio aziendale, favorendo altre societá del gruppo "Cavamarket/Hdc", penalizzando così i creditori.

Risultano, inoltre, indagate altre cinque persone che si sarebbero prestati ad acquistare fittiziamente quote di societá, senza corrispondere alcuna somma di danaro, lasciando ai dominus la gestione delle stesse. (l.c.)

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