Costruzioni illegali «Il problema a Salerno è stato sottovalutato»

De Chiara per anni in prima linea contro “mattone selvaggio” «Per portata del fenomeno la provincia non è seconda a Napoli»

NAPOLI. «La provincia di Salerno in materia di abusivismo edilizio non è affatto seconda a Napoli. Ma il fenomeno è sottovalutato. È una maglia nera che resta fuori dai riflettori della grande informazione». Aldo De Chiara ha trascorso una carriera da magistrato in prima linea contro “mattone selvaggio”, chiusa per limiti di età a gennaio, da avvocato generale dello Stato a Salerno. Ma è ancora forte la passione civile per il binomio legalità e ambiente, in una terra devastata dalle colate di cemento. E dopo aver preso visione del ddl abbattimenti approvato al Senato, sentenzia: «Così come è scritto l’articolato sicuramente non può ritenersi vincolante per le Procure. Tuttavia ci sono molti punti poco chiari, e comunque si è persa l’occasione per introdurre disposizioni più severe idonee a garantire una più marcata tutela del territorio».
Ma lei ritiene che questo tipo di norme, per la filosofia che le ispira, possano essere criminogene e incentivare gli abusi?
Alla fine sì, perché tutti sono ormai da 25 anni a questa parte convinti che, tranne pochi sfortunati - coloro che sono stati destinatari degli ordini di demolizione - la maggior parte in un modo o in un altro se la cava. E sicuramente questa legge, per alcune ambiguità, va in quella direzione, rafforza quel convincimento. Fermo restando che non vincola i procuratori della Repubblica nel formulare i criteri alle indicazioni contenute nel testo.
Tra chi ha scritto la legge c’è invece la convinzione che ora la magistratura dovrà osservare scrupolosamente un ordine di priorità. E questo in virtù di una sentenza della Corte Europea dei diritti dell’uomo, che restituisce dignità agli “abusi di necessità”.
Una sentenza della Corte europea è sempre un autorevole documento che può orientare gli organi degli Stati membri a comportarsi secondo gli orientamenti. Ma ritengo che, in un ordine di priorità concepito in via autonoma dalla magistratura, ove ci si trovi in presenza di un vero e proprio abuso di necessità, è chiaro che la magistratura, anche tenendo conto delle risorse economiche limitate, darà la priorità all’abuso speculativo, a quello realizzato in aree soggette a vincolo idrogeologico, di inedificabilità assoluta, agli “scheletri” sulle spiagge. Questo viene da sé. Però bisogna essere certi che si tratta di abuso di necessità.
Crede che questa legge superi il criterio meramente cronologico nella esecuzione delle demolizioni, o forse questo cambio di rotta era già avvenuto, nell’ambito della auto organizzazione delle Procure?
Nei fatti il criterio meramente cronologico è stato superato dalla disponibilità delle risorse finanziarie. Perché tu puoi chiedere al sindaco - oggi così va - che si attivi per stipulare il mutuo per abbattere l’immobile di natura speculativa realizzato dieci anni fa. E che succede? Il sindaco frena e non fa andare avanti quella pratica, e invece va avanti la pratica dell’abuso realizzato in epoca più recente. Questo perché il magistrato non può accedere in via autonoma ai fondi. Se questo fosse possibile, si potrebbe concepire una programmazione seria, perché io magistrato ho i soldi e i programmi. Invece oggi, tenuto conto che a chiedere i mutui alla Cassa depositi e prestiti sono solo i sindaci, il magistrato è condizionato dalla solerzia o meno delle amministrazioni comunali. (g.r.)
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