EMERGENZA FRANE

Costiera, prevenzione e meno cemento

Maiori, ambientalisti a convegno: meglio il continuo monitoraggio del territorio

MAIORI - Un territorio fragile che va tutelato anche con la partecipazione dei cittadini. Questo il filo conduttore dell’incontro organizzato sabato sera nella chiesa di San Domenico a Maiori da un comitato che ha coinvolto diverse associazioni per discutere della fragilità della Costiera amalfitana e sul da farsi. Un incontro organizzato da Gaetano Cantalupo , Giovanna Dell’Isola , Gioacchino Di Martino , Rosario Dipino e Vincenzo Rispoli , che arriva dopo le frane del 21 e 22 dicembre. In un appello, il comitato promotore ha chiesto che «i poteri pubblici facciano il proprio compito per il controllo del territorio, la tutela delle vite umane e le opere pubbliche necessarie… Occorre superare la logica dell’emergenza, dove è tutto possibile. È utile invece promuovere la cultura della prevenzione: dalla conoscenza e monitoraggio del territorio, a interventi di mitigazione del rischio rispettosi dell’habitat naturale e paesaggistico, ad iniziative e piani di aiuto per il mantenimento e valorizzazione dei giardini della Costiera come assetto del territorio e cura del paesaggio… Non possiamo aspettare i tempi della politica! ».

Dipino ha aggiunto: «I cittadini devono mettersi all'opera indipendentemente dai Comuni, dalla Regione e dallo Stato. Non è un appello ad andare al di là dei poteri pubblici, ma per rendere possibile un’attività da parte dei cittadini verso la difesa della loro casa, la Costiera amalfitana. Un'azione dal basso attraverso la segnalazione, la denuncia, la divulgazione e l'opera di controllo dell'attività pubblica ». Il geologo Vittorio Di Benedetto ha tracciato un quadro degli eventi franosi: «Si è trattato di non grandi eventi ma solo prolungati nel tempo che da soli hanno bloccato la Costiera amalfitana e questo dà già l’idea della sua fragilità. La pioggia per 18-24 ore ha avuto un’intensità medio- bassa. Il Dragone, il torrente che attraversa Atrani, è un termometro di quando accade: la sua altezza idrica (tirante) in quelle ore è stata valutata al massimo di 30-40 centimetri e la sezione fluviale ha un’altezza di 2,60 metri, quindi molto lontano da un’esondazione. Alla fine sono crollate per difetto di costruzione diverse “macere”, muretti per il contenimento dei terrazzamenti». Il geologo ha aggiunto: «L’altra fragilità della Costiera è costituita dal pericolo di frana ed è di difficile soluzione, perché il tracciato stradale principale, come la Statale 163 e la viabilità interna sono costeggiate da rocce profondamente fratturate con rischio di distacco improvviso di massi che possono rotolare con grande velocità sulla carreggiata».

Sulla fragilità della Divina è intervenuto anche Giancarlo Chiavazzo di Legambiente: «Il rischio zero in una realtà come questa è impensabile. Neppure è pensabile realizzare opere invasive che stravolgono l’intera area come le colate di cemento. Prima di tutto vanno assicurati efficaci meccanismi di previsione, allerta e allontanamento preventivo, gli unici, purtroppo, che possono garantire da subito, per tutte le tante realtà a rischio e a costi sostenibili di far salve le vite. In aggiunta occorre prevedere un’attentissima gestione del fragile territorio, ponendo attenzione ai tagli boschivi, agli incendi, alle manomissioni dei versanti, alla gestione dei deflussi idrici. Si deve imparare a convivere con il rischio piuttosto che subirlo e preservare questi territori che oggi hanno già superato i limiti di massimo carico pressorio dovuto alle attività umane che possono sostenere ». Infine, Raffaella Di Leo di Italia Nostra ha individuato uno slogan che compendia l’atteggiamento che bisogna tenere nei confronti di uno territorio stupendo: «La Costiera amalfitana deve essere considerata un'isola». Il professor Ferruccio Ferrigni del Centro universitario europeo per i beni culturali di Ravello ha ricordato che la «comunità locale ha sempre una conoscenza del rischio che purtroppo non viene presa in considerazione in ambito accademico ».

Salvatore De Napoli