Costa campana a rischio La mappa delle criticità

Presentati i risultati dei prelievi dei biologi della Goletta Verde di Legambiente Dopo l’area napoletana è il territorio salernitano ad avere i tratti più inquinati

SALERNO. Non brilla per efficienza depurativa, né tantomeno per la qualità delle acque la provincia di Salerno. Criticità e punti altamente inquinati sono stati segnalati dalle analisi effettuate in questi giorni dai biologi di Goletta Verde, la storica campagna di Legambiente sulla qualità del mare, presentati ieri mattina a Napoli.

E’ la costa della provincia di Napoli a presentare le maggiori criticità, ma anche a Salerno in sette punti sono state riscontrate criticità. Valori batteriologi superiori alla norma sono emersi dal prelievo eseguito sul Lungomare Clemente Tafuri, presso la spiaggia 200 metri ad est della Foce dell’Irno che fanno classificare le acque come inquinate. Nel salernitano, ancora acque inquinate nel comune di Battipaglia, presso lo scarico Idrovora; fortemente inquinate sono risultate invece, le acque campionate nel comune di Pontecagnano, sulla Litoranea Magazzeno, presso lo sbocco Canale che arriva sulla spiaggia di fronte Via dei Navigatori e Via Mare Ionio, nel comune di Capaccio/Eboli presso la Foce del Sele e nel comune di Castellabate, in località Ogliastra Marina. «I dati evidenziano lungo la costa regionale un sistema di depurazione ancora per lo più inefficace, sintomo di una politica che fino ad oggi ha visto il mare come una risorsa unicamente da sfruttare e dove riversare ogni genere di rifiuti - afferma Stefano Ciafani, vice Presidente nazionale di Legambiente. Queste incresciose circostanze si ripetono in Italia da nord a sud, ma la Campania è purtroppo vittima di un numero impressionante di reati ed illegalità protratti ai danni del mare». E anche sulla depurazione la situazione in provincia di Salerno è critica. Sono operativi circa 200 impianti di depurazione, su 74 controlli svolti nel 2011 il 57 per cento è risultato “non conforme”. «La fotografia scattata da Goletta Verde non ci lascia affatto sorpresi - hanno commentato Michele Buonomo e Giancarlo Chiavazzo, presidente e responsabile scientifico di Legambiente Campania. Che il sistema depurativo di questa regione è insufficiente e manchevole è una realtà acclarata, come si evidenzia dall'inquinamento che si riscontra alla foce dei fiumi e non solo. Quello però che ci sorprende è il fatto che la Regione non ritenga importanti le attività di controllo, punto di partenza obbligato per politiche a tutela dell’ambiente».

Come detto le maggiori criticità sono state riscostrante sulla costa della provincia partenopea: a Napoli, a San Giovanni a Teduccio, presso la foce del Volla dove sono stati rilevati, oltre alla presenza di topi, valori di Escherichia Coli talmente alti da essere «non classificabili». Due le aree critiche nel casertano. Legambiente ha poi accertato un maggiore riscaldamento dell’acqua, forse tra le cause, oltre ai problemi ambientali, della presenza di mucillagine in alcune zone del mare campano.

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