Cosimo in isolamento La sua verità al giudice

L’interrogatorio in carcere per difendersi dall’accusa di omicidio volontario Ed i “post” della coppia su Facebook ora entrano nel fascicolo della Procura

POSTIGLIONE. È stata fissata per questa mattina nel carcere di Salerno l’udienza di convalida del fermo di Cosimo Pagnani, il 32enne di Scorzo di Sicignano degli Alburni che, domenica sera, ha ucciso con dieci coltellate l’ex moglie, Mariangela D’Antonio, 34 anni, conosciuta da tutti col nome di Maria. L’uomo è atteso dinanzi al gip del tribunale di Salerno, Donatella Mancini: il pm ha chiesto la convalida e l’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere con l’accusa di omicidio aggravato dalla premeditazione. Pagnani, nel corso dell’interrogatorio, sarà assistito dal suo legale di fiducia, l’avvocato Carmine Monaco. L’udienza, prevista per ieri, è slittata per un ritardo nella trasmissione del fascicolo dalla procura di Salerno all’ufficio del giudice per le indagini preliminari. La stessa Procura, sempre oggi, dovrebbe procedere col conferimento dell’incarico al medico legale per effettuare l’esame autoptico sul cadavere della donna.

L’uxoricida, dal canto suo, fino a ieri non ha voluto rispondere ad alcuna domanda degli inquirenti. Chi è stato con lui nelle ore successive all’omicidio della giovane mamma, dice che è rimasto freddo e impassibile. L’unica telefonata l’ha fatta a un parente, rivelandogli di aver ucciso l’ex moglie mentre attendeva l’arrivo dei carabinieri sotto il porticato dell’abitazione della famiglia D’Antonio, a pochi metri dal cadavere della donna e non lontano dalla figlia, che era nella casa del nonno.

L’uomo si è consegnato ai carabinieri di Postiglione e a quelli della compagnia di Eboli, guidati dal capitano Alessandro Cisternino e dal tenente Francesco Manna. L’omicidio di Maria D’Antonio, secondo i rilievi dei carabinieri della Sis del comando provinciale di Salerno, diretta dal tenente colonnello Giulio Pini, è avvenuta all'interno dell'abitazione della donna, in località Zonzo nell’agro di Postiglione, in una stanza che fungeva da soggiorno-ingresso dove vi è anche un angolo cottura.

L’arma del delitto è stata trovata sul tavolo. Si tratta di un coltellaccio, tipo pugnale, usato in agricoltura che presenta una lama acuminata di venti centimetri. Un’arma che Pagnani si era portato dietro per compiere il delitto, afferma l’accusa: da qui la contestazione dell’omicidio volontario.

Dall’esame esterno del cadavere, fatto dal medico legale Sandra Cornetta, sarebbero state almeno due le coltellate mortali. A dare l’allarme ai carabinieri erano stati il padre e il fratello della D’Antonio che avevano udito le grida della donna. Il fratello di Maria avrebbe avuto anche una colluttazione con l’uxoricida. All'arrivo dei carabinieri Pagnani stava cercando di tamponarsi una copiosa ferita al ginocchio. Il 32enne è stato medicato in ospedale ad Eboli con tre punti di sutura e trasferito al carcere di Salerno dove si trova in isolamento e sotto stretta sorveglianza.

Il movente dell’omicidio sarebbe riconducibile alla contrastata separazione degli ex coniugi. Soprattutto in relazione all’affidamento della bambina di otto anni, di cui la madre aveva avuto la temporanea custodia legale. Da quanto scriveva la vittima sul suo profilo Facebook, la sua intenzione era di far vedere sì la bambina al padre, ma a casa sua. Cosimo Pagnani a giugno l’aveva portata con sé in Germania per dieci giorni, dove aveva lavorato come corriere postale. Questa sua scelta unilaterale era stata motivo di denuncia. I contrasti sull’affidamento della piccola erano forti. Domenica sera Cosimo e Maria potrebbero aver ripreso questa discussione e, al culmine della lite, sono partite le coltellate mortali. L’omicidio di Maria ha suscitato sentimenti di sdegno, soprattutto sul web, dopo la pubblicazione dell’orrendo “post” sulla pagina dell’assassino, poi oscurata da FB. Al quale ne è seguito un secondo, sull’account della vittima. Oggi Pagnani potrebbe decidere di raccontare la sua versione dei fatti. E spiegare se quei post terribili sono stati scritti da lui.

Massimiliano Lanzotto

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