Cosentino: «Mi candido anche se mi arrestano». E l’Udc frena sull’alleanza

«Non intendo affatto ritirare la mia candidatura». Il sottosegretario all’economia Nicola Cosentino ribadisce la sua posizione in un’intervista a Libero. E alla domanda su cosa farebbe, qualora giovedì la Giunta per le autorizzazioni desse il via libera al suo arresto, risponde «Non mi ritirerei dalla corsa nemmeno in questo caso. A meno che non fosse Berlusconi a chiedermelo». Il coordinatore regionale del Pdl continua ad alzare il tiro, sebbene nel partito sia ormai chiaro che l’intento non sia quello di arrivare alla Regione ma di incidere sulla scelta del candidato. Così ha giá messo il veto sul senatore Raffaele Calabrò e frapposto ostacoli anche all’industriale Gianni Lettieri. Il primo effetto è stato quello di raffreddare le trattative con l’Udc: il presidente regionale Ciriaco De Mita non ha gradito la bocciatura di Calabrò e ai suoi ha confidato che, finché Cosentino è della partita, un accordo con il Pdl sará difficile. Icentristi mantengono aperto il dialogo anche con il Pd, e non intendono decidere prima di un mese.