il parere dell’avvocato

«Così si sta legittimando l’arbitrio»

Della Corte invoca magistrati specializzati e tempi rapidi

«Sa qual è il risultato? Che così si legittimano le azioni arbitrari». L’avvocato Mariarosaria Della Corte, che assiste in giudizio il padre dei fratellini, sta preparando contro la sentenza del Tribunale di Paola l’atto di appello. Intanto non nasconde che quella pronuncia di primo grado l’ha fatta sobbalzare, non solo perché ritiene non tenga conto di situazioni documentali e dell’interesse dei bambini, ma anche perché in quel passaggio sui mesi ormai trascorsi in Calabria finisce per abdicare alle valutazioni di merito limitandosi a certificare il fatto compiuto.

«Siamo dinanzi a una grande superficialità dei Tribunali – accusa – innanzitutto perché le udienze sono state fissate con grave ritardo, mentre la tutela dei minori imponeva una decisione celere». A sbagliare, secondo la ricostruzione del legale, sono stati per primi i giudici di Salerno, sia perché hanno atteso da settembre a fine gennaio prima di tenere la prima udienza e sia perché hanno rilevato un difetto di competenza che non avrebbe valutato il criterio della dimora abituale. Fatto sta che gli atti sono passati a Paola e che lì si è giunti dopo altri quattro mesi alla pronuncia che lascia i bambini dove sono. «Di fatto si è consentito un atto arbitrario – prosegue l’avvocato, specializzato in diritto minorile e della famiglia – Le norme sull’affidamento condiviso dei figli dicono che se il genitore collocatario vuole trasferirsi con loro è necessario che chieda il consenso all’altro genitore o l’autorizzazione al Tribunale. In questo caso non v’è stato l’uno né l’altro, tutte le regole sono state violate e il Tribunale che fa? Lo legittima dicendo che ormai i bambini sono già in Calabria, peraltro tralasciando di ascoltarli e negando importanza al loro disagio».

Il padre sta valutando di ricorrere all’associazione dei genitori “sottratti” spiegando di sentirsi estromesso dal suo ruolo e promuovendo una petizione perché il principio della bigenitorialità abbia vera applicazione. Ma la vicenda va oltre il caso specifico e riporta sulla scena le falle di un sistema giudiziario che affida al giudice ordinario la definizione di equilibri delicatissimi come sono quelli tra genitori separati e figli minorenni. «La verità è che serve più che mai un Tribunale della famiglia, con magistrati altamente specializzati e tempi rapidissimi – sottolinea l’avvocato Della Corte – Quantomeno è necessario un aumento del numero di togati impegnati su questi temi: bisogna decidere entro un mese, perché è chiaro che le lungaggini possono avere conseguenze pesanti su bambini che già vivono una condizione di disagio». Il rischio, se la giustizia latita, è che i conflitti esplodano con effetti incontrollabili. «Errori e ritardi fanno sì che si creino ingiustizie incredibili – insiste il legale – Quando la giustizia non è rapida, la componente umana si mette a dura prova e aumenta il rischio che le situazioni scoppino». Con il rischio, allorà sì, di trovarsi a intervenire quando è ormai troppo tardi e la tragedia si è già consumata. (c.d.m.)

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