«Così lo Stato ha abbandonato Pollica»

L’allarme del primo cittadino Pisani: «Il presidio dei carabinieri sarà tolto perché la caserma che lo ospita non è adeguata»

INVIATO A SAN MAURO CILENTO. «Il presidio dei carabinieri di Pollica con molta probabilità ripiegherà perché non ci sono i fondi necessari per garantire una struttura adeguata». È forse questa la parabola più amara che arriva dopo tre anni dalla morte di Angelo Vassallo e che suona come una resa dello Stato, lo stesso che tre anni fa, ai funerali di quel sindaco-pescato si era impegnato non solo a scoprire subito la verità ma a mantenere alta l’attenzione sul quel territorio che lo stesso ex procuratore di Salerno, Franco Roberti confessò: avevamo sottovalutato il rischio dell’area a Sud di Salerno. Le parole del sindaco di Pollica, Stefano Pisani pronunciate ieri nell’aula consiliare del comune di San Mauro Cilento lasciano sgomenti quanti hanno partecipato all’iniziativa voluta dal primo cittadino di San Mauro, Giuseppe Cilento, d’intitolare a Vassalo la via del mare, quella che collega il piccolo borgo in collina con la statale e il mare di Acciaroli. «A me cadono le braccia - commenta Pisani - perché significa che lo stato continua a disinvestire dagli elementi principali». Ed è il senso anche della parole del sindaco e vice ministro Vincenzo De Luca che intervenendo alla cerimonia, ha sottolineano come «questa manovra dell’Imu è solo propaganda, non vorrei che ci s’inventasse qualche altra manovra strana sottraendo così fondi necessari per affrontare i problemi reali dei territori». Dalla sicurezza calpestata dallo Stato alla ricerca della verità. Tre anni sono un tempo infinito «la verità la attende la famiglia prima di tutti, la attendiamo noi amministratori ma anche questo territorio» dice Pisani. E il sindaco di San Mauro Cilento si chiede: «Ma siamo sicuri che tutti abbiano fatto il loro lavoro fino in fondo? Come abbiamo reagito noi sindaci quando ci siamo accorti di qualche intimidazione? Cosa abbiamo fatto per frenare questo clima che si è creato dopo la morte di Angelo?». Il Cilento non è terra di violenza, ribadisce il primo cittadino «non eravamo pronti a subire una cosa del genere. Con Angelo - ricorda Cilento - parlavamo di tutto, di tanti progetti e di idee, ma non ci siamo mai posti il problema della sicurezza». Giuseppe Cilento non risparmia critiche all’organizzazione della sicurezza «troppi corpi di polizia, segno che lo Stato si è disintegrato. Da Pollica è andata via la finanza, via la capitaneria e ora via i carabinieri proprio nel momento in cui i nostri porti crescono e con essi, crescono i traffici anche e soprattutto illeciti». Un turismo che cresce «e porta dietro di se il paradosso dello sviluppo - sottolinea De Luca - i problemi delle grandi città che si riversano in questi luoghi» con tutto il bagaglio delle cattive intenzioni, delle occasioni di speculazione. «Non so chi investe nella mia terra - grida Cilento - e non posso controllarlo io ma spetta alle forze dell’ordine farlo. Ma se lo Stato le depotenzia che sacrificio possiamo mai chiedere a questi pochi uomini che restano?».

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