Così l’architettura libera Colle Bellaria dai tralicci

Tre i progetti vincitori del concorso internazionale di idee di NewItalianBlood La vecchia antenna si trasforma in arco per ridurre l’impatto elettromagnetico

Ottanta progetti provenienti da tutto il mondo per liberare Colle Bellaria da un ingorgo di tralicci antiestetici ed inquinanti. E per regalare ad una antenna che dovrà ridurre l’impatto elettromagnetico, l’appeal di un simbolo del design contemporaneo, sulla scia della celebre Torre de telecomunicaciones de Montjuïc firmata da Santiago Calatrava. Lo spirito che ha spinto il Comune e NewItalianBlood a promuovere, nell’ambito del festival Gate, un concorso internazionale di idee, è lo stesso che ha portato la Spagna a realizzare una silhouette simile a uno sportivo con la fiamma olimpica: pensare a progetti che si facciano metafora, che al tempo stesso siano simbolo e funzione. Tre i vincitori selezionati, che saranno premiati il 25 alle 11 nel Salone dei Marmi di Palazzo di Città. Sul podio sale un pool made in Italy, composto da Alessia Maggio, Andrea Abatecola, Franco Mazzetto, Maurizio Falzea, Valerio Moglioni, con Claudia Avanzi, Mattia Polettini e Fabio Togni. L’antenna si trasforma in un arco integrato in alluminio luminoso, con una zona tecnica di ripetitori, ampliabile a seconda delle necessità. La peculiarità è che, brillando di notte, l’antenna funge da faro ben visibile per i “viaggiatori” che arrivano a Salerno, dal suo ingresso principale, il mare. «Per la riqualificazione paesaggistica del Parco - spiegano i promotori dell’iniziativa - il progetto propone di ricostruire sul colle una naturale linearità urbana, un boulevard carrabile e ciclopedonale, passeggiate naturalistiche e orti botanici». “Fuso alto, snello e leggero”, è il nome del progetto che si è invece piazzato secondo: l’idea è della spagnola Clara Oloriz Sanjuan, ispirata dall’arte cinetica, con una antenna che ondeggia a seconda del mutare della posizione dell’osservatore. In terza posizione, troviamo invece un gruppo salernitano, composto da Lucidio Di Gregorio, Alfonso Di Masi, Massimo Coraggio, Antonio Coviello, Fabio Vece, Luca Casaburi, Rossella Solineo, con Dario Marandino, Giorgio Pizziolo, Rita Micarelli, Massimo Sabato. Tra le idee progettuali, quella del team cittadino è una delle più seducenti sotto il profilo estetico, perchè propone un totem reticolare in metallo zincato per contenere antenne paraboliche e ripetitori, capace di trasmettere il senso di un dialogo tra pieno e vuoti, interno ed esterno, spazio e tempo. In cima al totem, svetta un complesso di pale eoliche. «Salerno - sottolinea l’architetto Luigi Centola, presidente NewItalianBlood - segue l’esempio virtuoso di alcune capitali che hanno deciso di razionalizzare e integrare i trasmettitori per le radiotelecomunicazioni in un’unica infrastruttura, al fine di minimizzare gli impatti ambientali».

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