Così il processo diventa una sfida tra studenti

Prima edizione di “Local moot court competition” presso la Corte d’appello civile Obiettivo: colmare il gap tra teoria e pratica. In palio corsi di perfezionamento e stage

Pubblica una foto compromettente di un politico candidato e viene processato in tribunale da studenti universitari di Salerno. Avverrà questo pomeriggio, dalle 14.30, nell’aula 233 della Corte d’appello civile di Salerno. Ovviamente non si tratta di un vero processo, ma di una simulazione processuale, organizzata per un gruppo di studenti del Dipartimento di scienze giuridiche dell’università degli studi di Salerno. L’iniziativa è il frutto di una cooperazione tra l’associazione studentesca “Elsa Salerno” e alcuni docenti dei dipartimenti di Scienze giuridiche dell’Unisa. Si tratta della prima edizione di Local moot court competition, un modello di simulazione processuale competitiva praticata all’estero nelle facoltà di legge delle università tra le più prestigiose al mondo, ed importato per la prima volta qui a Salerno. L’iniziativa è stata rivolta a tutti gli studenti di qualunque anno della facoltà giuridica iscritti all’associazione Elsa Salerno. «Gli studenti della nostra facoltà – spiega Virginia Zambrano, docente ordinario di Sistemi giuridici comparati all’Università di Salerno – lamentano della frattura palese tra percorso teorico e applicazione pratica degli studi. Vogliamo dimostrare loro che invece è possibile un contatto con la pratica, vogliamo far emergere la capacità critica e speculativa da parte dei ragazzi che hanno e stanno studiando da noi. Insomma vogliamo mettere alla prova la loro potenzialità di essere futuri avvocati di domani, e quindi di pensare a mosse, contro mosse, di lavorare sulle teorie e di fronteggiare le intuizioni che muove il collega avversario in un’aula di tribunale».

Il caso simulato è quello di un politico che, qualche anno prima della sua candidatura, aveva pubblicato una foto in atteggiamenti intimi con un’altra persona dello stesso sesso. Il soggetto in questione ha un profilo chiuso con pochi amici, uno dei quali però pubblica la foto incriminata sul proprio profilo aperto a cui hanno accesso più di mille contatti. Il politico fa causa al suo amico, lamentando una pubblicità che ha influito negativamente sulla campagna elettorale.

In questo contesto sei squadre di studenti, composte almeno da due persone, si cimenteranno una per volta alla ricerca di chi avrà la meglio tra attore e convenuto, tra accusa e accusato. «La cosa importante di questa simulazione è che si incentra sulla privacy e i social network. I nostri programmi convenzionali non comprendono una trattazione sistematica né della privacy né dei social network. Quando invece oggi ruota tutto su questo», afferma Raffaella Gaudieri, studentessa e membro di Elsa Salerno. «Le notizie si diffondono tramite la rete e le pubblicità si intrattengono tramite internet, per cui è chiara l’importanza di essere formati al riguardo, invece uno studente medio di giurisprudenza continua a chiedersi il perché della proprietà, dell’usucapione, dell’affitto, senza pensare ai social network, che sono il futuro», commenta Raffaella.

Anche secondo Riccardo Scarfato, presidente di Elsa, «questa è l’occasione di rapportarsi non più solo con i docenti universitari, ma con avvocati e professionisti della giurisprudenza, mettendosi in gioco a testa alta in un ambiente professionale».

A valutare l’operato degli studenti sarà il collegio giudicante, che assegnerà un punteggio ad ogni squadra. «La migliore vincerà una partecipazione gratuita alle lezioni della “Elsa law school”, mentre il miglior oratore avrà l’occasione di un tirocinio di tre mesi presso lo studio legale Manzione&Partners», spiega Lucia Sacco, segretario generale di Elsa Salerno. Secondo Lucia «fondamentale è stato l’approccio ai metodi di ricerca, che serviranno ad un futuro avvocato per sapere dove attingere per inquadrare i nodi processuali da sciogliere un domani, durante una vera carriera».

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