Così funzionava il “sistema” Squillante

Per i magistrati della Dda che indagano sull’ex presidente del Cofaser gli incarichi erano affidati su segnalazione

È puntata sui “segnalatori” l’attenzione degli investigatori della Dda di Salerno, persone di primo piano in grado di orientare le scelte contestate all’allora presidente del consorzio farmaceutico Antonio Squillante. Al di là di ogni ragionevole criterio meritocratico, la Procura avrebbe gli elementi per ricostruire il sistema di priorità che faceva scattare gli incarichi, gli affidi e i servizi con tanto di beneficio economico, con una tripartizione in ordine di valore. Dai vertici della catena di comando politica, secondo la Procura, partivano le segnalazioni, classificate con alta, media e bassa priorità, con la scala rispettata nei criteri di assunzione nei riscontri effettuati dai magistrati. Essere segnalati non bastava, occorreva piuttosto avere una segnalazione da parte di personalità di punta dell’ambito politico. Ed è quello il livello all’attenzione degli inquirenti della Procura antimafia di Salerno, che hanno i riferimenti, comprensivi di nomi dei “segnalatori” e “collettori”. Perché come ogni inchiesta di potere che si rispetti, anche in questa attività investigativa c’è ben evidente il ruolo di factotum, in grado di orientare e smistare di volta in volta richieste, informazioni e comunicazioni, con linee telefoniche roventi finite all’attenzione della polizia giudiziaria.

La materia oggetto d’indagine è intessuta a doppia trama, affiancando al sistema politico il meccanismo degli incarichi di favore. In particolare fino ad ora emerge il ruolo di Antonio Squillante, approdato al vertice dell’Asl salernitana nel ruolo di direttore generale dopo aver scalato una trafila di ruoli amministrativi, impegnato anni fa a dirigere la partecipata Multiservice di Pagani, poi in seno al Piano di zona e al Patto territoriale, fino all’assessorato provinciale al Bilancio nella giunta Cirielli, passando per la sconfitta elettorale incassata nel 2010 contro l’attuale primo cittadino di Angri, Pasquale Mauri. Oltre il suo ruolo, secondo la pista seguita dagli inquirenti, c’è un sistema con orbite più ampie sul quale si muovono attori in grado di decidere, disporre e fornire indicazioni.

I “segnalatori” sono il prossimo passaggio all’attenzione dei magistrati, che attendono un giro di primi interrogatori da completare entro questa settimana. Le indicazioni eventuali raccolte dagli incontri nell’ufficio del Pm Vincenzo Montemurro potrebbero ampliare il quadro, inquadrando le posizioni di persone informate sui fatti e quelle da sottoporre a eventuali approfondimenti investigativi.

Alfonso T. Guerritore

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