Corte dei conti Un patto con la Procura

Non bisognerà più aspettare la richiesta di rinvio a giudizio perché le indagini penali sugli amministratori pubblici arrivino sulle scrivanie della Corte dei conti, consentendo allo Stato di...

Non bisognerà più aspettare la richiesta di rinvio a giudizio perché le indagini penali sugli amministratori pubblici arrivino sulle scrivanie della Corte dei conti, consentendo allo Stato di chiedere il risarcimento dei danni erariali. È la principale novità introdotta dal protocollo d’intesa firmato ieri mattina dal procuratore capo Corrado Lembo e da quello dalla sezione campana della Corte dei conti, Tommaso Cottone. Un protocollo che consolida la collaborazione tra i due uffici inquirenti (già portata avanti dalla sezione penale coordinata dal procuratore aggiunto Antonio Centore) e intensifica lo scambio di informazioni.

«Sia io che Lembo – ha sottolineato Cottone – siamo tra coloro che sostengono che l’ufficio del pubblico ministero è unico, sia che operi nella magistratura ordinaria sia che lo faccia per il profilo contabile. Entrambi perseguiamo reati, e questo protocollo ci consentirà di camminare in parallelo garantendo maggiore rapidità e risparmio di risorse pubbliche che, come sappiamo, sono purtroppo ristrette». L’obiettivo, ha aggiunto, è non solo quello di fare i processi «ma anche di portare le amministrazioni a operare un pochino meglio». Nel mirino c’è l’attività degli enti locali, ma anche quella di grandi aziende private e dei «baroni di sanità a università».

«Anticipando la collaborazione alla fase preliminare – hanno ribadito Lembo e Centore – gli accertamenti saranno compiuti tenendo presenti gli interessi di entrambi gli uffici, verificando quindi sia le eventuali responsabilità penali dei soggetti coinvolti che, tempestivamente, i possibili casi di danno erariale». Tra gli articoli del protocollo ce n’è anche uno dedicato alle collaborazioni sulle consulenze tecniche, con particolare attenzione al rilievo di dolo o negligenze di funzionari e amministratori pubblici nella negoziazione di strumenti finanziari derivati, che possono danneggiare le casse pubbliche con operazioni finanziarie azzardate. Riflettori accesi, inoltre, su tutte le fasi della procedure di appalto, dall’aggiudica a eventuali omissioni nelle indagini geologiche fino agli stati di avanzamento. (c.d.m.)

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