Corte dei Conti: restituire i soldi accessori dati al personale

AGROPOLI. «La “politica del fare”, attuata dal sindaco Franco Alfieri in questi anni, comincia a produrre i suoi effetti negativi, incidendo sulle casse del Comune e dei cittadini agropolesi». A...

AGROPOLI. «La “politica del fare”, attuata dal sindaco Franco Alfieri in questi anni, comincia a produrre i suoi effetti negativi, incidendo sulle casse del Comune e dei cittadini agropolesi». A parlare è il consigliere di opposizione Pasquale di Luccio, che denuncia: «La Procura Regionale della Corte dei Conti, il 15 luglio scorso, ha chiesto formalmente al Comune di Agropoli la costituzione in mora di sindaci, consiglieri e di “tutti coloro che hanno partecipato al procedimento di costituzione e certificazione del fondo per il trattamento accessorio del personale per gli anni oggetto della verifica ispettiva” eseguita nel 2011 d parte del dirigente della Ragioneria Generale dello Stato a seguito dello sforamento, da parte del Comune, del patto di stabilità».

«Il periodo in questione – evidenzia Di Luccio – va dal 2006 al 2010; la cifra da restituire è pari a circa 800mila euro. A questo punto, mi chiedo, dopo questa prima pesante richiesta della Corte dei Conti, perché il sindaco non fa chiarezza sull’intera vicenda?; i colleghi consiglieri destinatari del provvedimento cosa penseranno quando si vedranno notificare l’atto? Saranno ancora convinti che questa “politica del fare” faccia veramente bene alla città e soprattutto alle proprie finanze, atteso che il provvedimento in questione è solo uno dei 16 all’attenzione della Corte dei Conti?».

Rispetto alla richiesta di “messa in mora” avanzata dal vice procuratore Grasso, da produrre entro una settimana, il primo cittadino ha manifestato «l’impossibilità di quantificare l’importo esatto da richiedere, con l’atto di messa in mora, ad ogni soggetto».

In risposta, la Corte dei Conti ha però ricordato al primo cittadino che, per lui, sussiste «l’obbligo giuridico di collaborare con le attività richieste dalla Procura regionale nell’interesse dell’Ente» indicando che “gli importi da addebitare sono indicati nella relazione ispettiva” operata a suo tempo dal dirigente Tatò mentre tutti i soggetti destinatari “sono reperibili dagli atti e provvedimenti” in suo possesso.

(Andrea Passaro)