Corsa contro il tempo per salvare Emanuele

L’infermiere di Battipaglia ha bisogno di un trapianto multiviscerale Ma occorre un milione di dollari. Via alla raccolta fondi

Corsa contro il tempo per salvare la vita ad Emanuele Scifo. I medici gli hanno dato un anno di vita a causa di una malattia rarissima e l’unica soluzione sarebbe per lui sottoporsi ad un’operazione negli Usa. L’unico problema è che l’intervento costa circa un milione di dollari (intorno ai 900mila euro) e non sarà possibile comunque eseguirlo se il ragazzo andrà sotto il peso dei 40 chili. A causa della malattia Emanuele continua a dimagrire e dai 98 chili che pesava quando gli è stata diagnosticata è sceso a 44 chili. In meno di tre mesi potrebbe andare sotto la soglia dei 40 chili che renderebbe impossibile l’intervento. La raccolta fondi è già iniziata, coinvolgendo Battipaglia e molte città del Salernitano, in particolare nel Cilento. Ma i soldi raccolti sono ancora troppo pochi.

Emanuele ha 33 anni e per nutrirsi deve sottoporsi quotidianamente ad infusioni notturne di 12 ore. Infermiere di Battipaglia, lotta da otto anni contro la pseudo ostruzione intestinale cronica, aggravata da una gastroparesi che gli impedisce di assorbire la nutrizione, una patologia di solito congenita che gli è stata diagnosticata nel 2005 quando ha iniziato a perdere inspiegabilmente peso, passando dai 98 chili agli attuali 44.

«Dimagrivo pur mangiando - spiega Emanuele - Nel 2005 i medici del Suor Orsola di Bologna, che oggi mi seguono, mi hanno operato per un intervento esplorativo, per capire quale fosse il problema. Nel 2010 mi è stata tolta una parte di intestino, e a luglio del 2013 è stata eliminata una parte dello stomaco. Ma continuavo e continuo a dimagrire». L'unica soluzione è un trapianto multiviscerale: stomaco, intestino, duodeno, pancreas e milza. Attualmente è inserito in una lista d'attesa a Bologna ma i tempi sono lunghissimi perché la donazione degli organi continua a essere sottovalutata. È stato indirizzato al Jackson Memorial Hospital di Miami, dove i tempi sono molto più veloci e l'incidenza dell'intervento più alta. Ma la cifra richiesta è di un milione di dollari. L'unica alternativa, secondo i medici che lo seguono, è un altro anno di vita.

Per raccogliere i fondi si è rivolto, insieme alla fidanzata Maria, ad amici, associazioni, enti. Qualcuno ha risposto, in verità pochi, e i giorni scorrono senza che ci sia nemmeno avvicinati alla cifra necessaria. «Mi vergogno quasi, in questo momento di crisi, a chiedere un aiuto economico – dice Emanuele – ma è l'unica scelta per aiutarmi a vivere. Se non dovessi raggiungere la cifra o se non dovessi farcela farò devolvere tutto in beneficenza. Ma questa è la mia unica occasione. Qualsiasi aiuto, anche piccolo, è un grande regalo per me». Figlio di un dipendente delle Ferrovie e di una casalinga, Emanuele non ha grandi risorse economiche. È nato un comitato, “Una corsa contro il tempo per Emanuele onlus”, per raccogliere i fondi necessari all’intervento. Si può donare anche presso bar, negozi, attività commerciali dove sono presenti dei contenitori.