IL DOSSIER

Corruzione, gare a rischio: è allerta per i bandi rifiuti

La relazione Anac: un abbacchio per “mazzetta”. Il modello delle Universiadi

 

SALERNO - I modelli matematici possono intuire la corruzione pubblica? Forse sì, magari con un approccio più “laterale” che “diretto”. Infatti l’Anac, pur cedendo alle mode statistiche del momento (misurare), presenta con una certa dose di prudenza una serie di elaborazioni sulla natura e sugli sviluppi dei contratti pubblici. I risultati sperimentali, sintetizzati nella nostra tabella, sono interessanti almeno per gli aspetti culturali e politici. Mentre si parla tanto di “sburocratizzare”, per esempio, i dati sembrano suggerire che la discrezionalità del committente e la semplificazione procedurale non annullano affatto alcuni vizi nazionali: le varianti, i ritardi e, sottinteso, il rischio di corruzione.

La fonte dei dati. L’Autorità nazionale anticorruzione ha presentato la relazione al Parlamento sull’attività svolta nel 2019 firmata da Francesco Merloni. Le 408 pagine del documento racchiudono analisi sul fenomeno e molte notizie sui compiti istituzionali. In Campania si segnalano le Universiadi, i rifiuti e, a Salerno, le cooperative sociali.

Gli indicatori del rischio. L’Anac sta costruendo un apparato statistico per studiare in maniera scientifica il fenomeno sfuggente della corruzione. Una complessa elaborazione matematica individua la tendenza delle amministrazioni verso le gare con un certo grado di discrezionalità: offerta economicamente più vantaggiosa e procedura negoziata. In Campania la prima tipologia ricorre nel 30,6% delle gare. La procedura negoziata caratterizza il 23% degli avvisi e il 18,8% della base d’asta. La relazione non spiega esplicitamente perché queste modalità sono potenzialmente “rischiose”: possiamo arrivarci per deduzione, considerando, appunto, la discrezionalità lasciata alle stazioni appaltanti. Più chiaro è il legame fra il rischio eventuale e gli altri fattori critici: varianti, aumento dei costi, allungamento dei tempi. Per questi indicatori la Campania si discosta poco dalle medie nazionali. Più in generale, le tabelle sembrano dimostrare che vizi e virtù sono spalmati bene sul territorio nazionale. L’Anac considera, fra gli indicatori preoccupanti, anche le inadempienze degli enti sulle comunicazioni di aggiudicazione.

Bustarelle e abbacchio. La tangente cambia pelle. A volte sono fiumi di soldi, a volte è il posto di lavoro, a volte altri benefici. Ma esistono anche i casi minuscoli. «Desta particolare allarme – rileva amaramente l’Anac – il fatto che la funzione pubblica sia venduta per molto poco, 2.000 o 3.000 euro, a volte anche per soli 50 o 100 euro. In cambio di un’informazione riservata è stato persino offerto un abbacchio». Al netto dei fatti specifici e del prezzo dell'abbacchio, bisogna annotare che, paradossalmente, i piani anticorruzione degli enti pubblici hanno ammesso regali ai dipendenti per un valore entro i 150 euro. Perché?

Universiadi in Campania. Dopo l’Expo di Milano, la “vigilanza collaborativa” fra Anac e stazione appaltante si è dimostrata efficace per le Universiadi, svoltesi lo scorso anno con 9.500 ospiti di tutto il mondo. Per superare lo stallo del 2018, il Commissario ha dovuto licenziare 63 procedure nel 2019. Nell’ambito del “dialogo- supporto”, l’Autorità ha formulato 191 pareri (149 nel 2018): quelli con rilievi sono stati 95 (83 nel 2018), accolti in 72 casi (81 nel 2018). Gli atti della struttura commissariale con rilievi sono diminuiti dal 55,7% al 49,7%.

Rifiuti che puzzano. Gli appalti per il ciclo dell’igiene urbana continuano a presentare anomalie. In Sicilia i circoli viziosi di gare deserte e invitati rinunciatari “inducono a sospettare l’esistenza di condizionamenti”. Una guerriglia generalizzata si profila “in particolare al Nord”: i partecipanti alle gare, “tendenzialmente sempre gli stessi, sono oggetto di ricorsi incrociati” per “illeciti professionali” relativi a procedure analoghe di comuni diversi. In Campania l’Anac ha svolto una vigilanza collaborativa su 5 appalti per lo smaltimento dei rifiuti e delle ecoballe: la relazione non fornisce dettagli, rinviando all’audizione del presidente nella Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti.

Lavori, Campania seconda. L’Anac analizza la spesa degli enti pubblici territoriali nel 2019 per forniture, servizi e lavori (incluse le manutenzioni). Per i lavori la Campania è seconda in Italia, con 3 miliardi impegnati (8,9% del totale nazionale). La Lombardia è salita a quasi 5, ma, rispetto alla Campania, ha il triplo dei comuni, il doppio della superficie e della popolazione. Gli enti campani, dunque, hanno speso 525 euro pro capite contro 469 dei lombardi (queste sono nostre elaborazioni). Ora guardiamoci intorno e decidiamo se questi soldi, che inorgogliscono sindaci e presidenti, sono stati spesi bene. Magari aspettiamo le prossime piogge. Per i servizi la Campania ha speso oltre 3,5 miliardi (5,1% nazionale), occupando la quinta posizione. Per le forniture è sesta (3,2% della spesa nazionale).

Salerno e le Coop sociali. Nel 2019 l’Autorità ha attivato un procedimento contro il Comune di Salerno, che dal 2013 ha assegnato “in modo sistematico e reiterato” varie attività alle cooperative sociali B, violando il principio di libera concorrenza e senza indicare “gli obiettivi di reinserimento lavorativo e sociale concretamente perseguiti” che costituiscono la base per il ricorso alle convenzioni dirette.

Alfonso Schiavino