Corruzione alla “Sma”, 17 indagati 

Rifiuti e tangenti: coinvolto Roberto De Luca, assessore a Salerno. Perquisizioni e sequestri nella sede della società della Regione

NAPOLI. Bufera giudiziaria sulle elezioni: torna l’ombra delle tangenti. Perquisizioni e sequestri nella sede della Sma Campania, la società in house della Regione, e negli uffici di Luciano Passariello, consigliere regionale e capolista nel listino per la Camera di Fratelli d’Italia. Sarebbero 17 gli indagati, tra i quali 4-5 politici, alcuni di loro candidati alle politiche in vari schieramenti. Tra gli altri, spunta il nome di Roberto De Luca, attuale assessore al Bilancio del Comune di Salerno, per il quale l’ipotesi di reato è quella di corruzione. Ma nell’inchiesta il raggio inquisitorio, per gli altri indagati, porta ad altre ipotesi di reato quali corruzione, corruzione aggravata dall’agevolazione alla camorra e finanziamento illecito dei partiti.
Al centro delle due inchieste della procura di Napoli - una della Dda e l’altra del pool reati contro la pubblica amministrazione - un appalto per lo smaltimento dei fanghi provenienti da cinque depositi di stoccaggio, gestito dalla Sma, che si occupa di riqualificazione ambientale e prevenzione degli incendi boschivi. In cambio sarebbero state promesse mazzette per centinaia di migliaia di euro.
Negli uffici della partecipata la polizia ha prelevato atti e documenti, controllando un computer dell’amministratore delegato Lorenzo Di Domenico. Gli inquirenti ritengono che alcuni clan di Napoli e casertani abbiano messo le mani sul business illecito, attraverso imprese collegate. Le indagini giudiziarie si incrociano con l’inchiesta giornalistica di Fanpage.it, condotta nell’arco di circa 6 mesi, che la testata online è sul punto di pubblicare. Fanpage documenta in alcuni video una serie di presunti episodi corruttivi, riguardanti esponenti politici. Sono iscritti nel registro degli indagati, per induzione alla corruzione, il direttore Francesco Piccinini, il videoreporter Sacha Biazzo e l’ex boss della camorra Nunzio Perrella, primo pentito a svelare gli affari loschi del traffico di rifiuti, qui in veste di “agente provocatore”. Anche con De Luca jr. In pratica, Perrella avrebbe avvicinato politici e amministratori per discutere di affari relativi ai rifiuti. «Tutto questo è assurdo - dice Piccinini - abbiamo messo a repentaglio la nostra incolumità e ora ci ritroviamo indagati».
Il procuratore capo Giovanni Melillo si trincera dietro uno stretto riserbo, spiegando solo che «le attività di indagine ancora in corso, sono state rese necessarie e indifferibili dalla rilevata gravità del rischio di dispersione probatoria, collegato all’annunciata diffusione di notizie e immagini in grado di pregiudicare gravemente le investigazioni, sulle gravi ipotesi delittuose fin qui individuate». Il magistrato aggiunge che «le indagini sono molto anteriori all’inchiesta di Fanpage».
Agenti del Servizio centrale operativo della Polizia si sono presentati anche in diverse abitazioni private, su delega di magistrati della Dda e della sezione Reati contro la pubblica amministrazione, i pm Celeste Carrano, Henry John Woodcock, Ilaria Sasso del Verme, Ivana Fulco e Sergio Amato, coordinati dai procuratori aggiunti Giuseppe Borrelli e Alfonso D’Avino. Melillo non conferma né il numero né l'identità degli indagati, precisando che «l’essere raggiunti da un decreto di perquisizione non significa essere accusati di reati». Per tutta la giornata circolano rumors su Passariello, ma l’interessato chiarisce la sua posizione. «Non mi è stata contestata nessuna condotta diretta che si ipotizzi antigiuridica – afferma il consigliere, anche presidente della Commissione d’inchiesta sulle partecipate - Risulto coinvolto perché altre persone avrebbero fatto il mio nome. Tutto questo accade a soli 15 giorni dalle elezioni politiche che mi vedono impegnato come candidato. Qualcuno può millantare credito ma essere nominato da altre persone in terze conversazioni è cosa ben differente dal commettere reati. Non ho mai incontrato nessuno degli imprenditori a cui fa riferimento la Procura». «Sono tranquillo, anzi - dice Passariello - ho ribadito alle forze dell’ordine la totale disponibilità a collaborare e a fornire loro tutto il materiale e le informazioni utili a fare piena luce. L’auspicio è di essere ascoltato quanto prima».
Ma il Movimento 5 Stelle attacca: «Il moralizzatore Passariello è nell’indagine sull’ultima Tangentopoli campana, in un esposto alla Corte dei Conti c’erano già i nostri sospetti sull’uso strumentale della commissione d’inchiesta. Per oltre due anni, a suon di immotivate proroghe, il controllore avrebbe tenuto sotto controllo se stesso».
Gianmaria Roberti
©RIPRODUZIONE RISERVATA.