L'EMERGENZA EPIDEMIA

Coronavirus, vaccini: un freno alla “diaspora”. L’Asl: «Più dosi per i salernitani»

Un piano per rafforzare le Usca del capoluogo

SALERNO - «Ci sarà un maggior numero di vaccini per le somministrazioni a Salerno e cercheremo di rafforzare l’Usca del capoluogo». Arcangelo Saggese Tozzi, responsabile della lotta al Covid per l’Asl, rassicura sulla disponibilità di altre dosi per i salernitani. Nei giorni scorsi il sistema è finito nel mirino delle critiche, con tanti cittadini costretti a girovagare per altri centri vaccinali della provincia per farsi inoculare in particolare la terza dose. Dall’Asl assicurano che saranno allungate le sedute di vaccinazione, con maggiori dosi a disposizione, o saranno attivate altre sedute. «Finora abbiamosomministrato oltre due milioni di vaccini, raggiungendo, con le prime dose circa 900mila persone in provincia di Salerno, superando, quindi, la quota del 90 per cento dei vaccinabili - aggiunge Saggese Tozzi - . Di queste somministrazioni abbiamo inoculato oltre 800mila seconde dosi e il 51 per cento di queste persone ha ricevuto già la terza. Numeri enormi. In più, chi vuole fare la prima dose potrà andare direttamente ai centri vaccinali ».

Per i vaccini sui bimbi tra i 5 e gli 11 anni, i numeri stentano ancora a decollare, anche se non sono poche le prenotazioni: «Abbiamo vaccinato circa 6mila bambini sui 12mila prenotati, ma su una platea di 50mila vaccinabili - specifica il medico - . Bisogna convincere i genitori a far vaccinare i figli». Se il 70% dei ragazzi tra i 12 e i 18 anni di età è coperto con almeno una vaccinazione, altri devono ancora essere sottoposti alla puntura o devono completare il ciclo vaccinale. Per loro è prevista l’organizzazione di sedute di somministrazione esclusive, in occasione delle quali saranno inoculate dosi di Pfizer, l’unico vaccino per questa fascia di età. Ad ogni modo, in molti centri vaccinali in tanti si prenotano e non si presentano (ieri, in uno degli hub è accaduto, per 150 persone) mentre si affolla all’esterno chi vuole farlo e non si riesce a vaccinarsi per mancata disponibilità di posti. In molti casi, tra la prenotazione e il giorno della somministrazione del vaccino c’è chi scopre di essere positivo al virus e quindi saltano gli appuntamenti. Saggese Tozzi ha chiarito anche la situazione dell’Usca di Salerno rispetto alle richieste da più parti di organizzarne almeno tre, con più personale addetto.

«Non è vero che a Salerno c’è una sola Usca - ribadisce il responsabile dell’Unità operativa d’Igiene pubblica - . La sede è unica, ma il personale addetto è il doppio di quella di un’Unità speciale di continuità assistenziale. Cercheremo di rafforzarla ancora, semmai con un’altra sede dislocata in una zona diversa della città». Lo specialista ricorda che «i sanitari all’Usca devono prestare la loro opera in particolare per l’assistenza domiciliare dei positivi che sono nelle loro abitazioni, ai quali vanno fatti anche i tamponi. Quindi, l’Unità nella sede di Capitolo San Matteo, nella zona industriale, non svolge come attività solo il prelievo dei test molecolari».

Salvatore De Napoli