L'EMERGENZA EPIDEMIA

Coronavirus, nuovo picco nell’Agro: è incubo “zona rossa”

Nove positivi ad Angri, c’è l’escalation anche a Sant’Antonio Abate e Scafati

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L’allarme di restrizioni severe adesso diventa prospettiva reale dopo una domenica all’insegna della preoccupazione. E della rabbia. Adesso, infatti, torna in auge la possibilità che una parte dell’Agro Nocerino Sarnese diventi “zona rossa”, con l’applicazione di misure rigorose da parte della Regione Campania per la crescita (esponenziale) di nuovi contagi da coronavirus. Il bollettino dell’ultimo giorno della settimana appena andata in archivio spaventa. Ad Angri, infatti, in una sola giornata è arrivato l’esito positivo di 9 tamponi effettuati su alcuni cittadini individuati negli scorsi giorni. Un numero che ha fatto schizzare il totale dei casi riscontrati nel centro doriano a quota 30. Ma a preoccupare è anche la situazione di un centro della provincia di Napoli che con Angri crea una conurbazione che, di fatto, forma un’unica grande comunità da quasi 55mila persone: in contemporanea al nuovo picco registrato nel centro dell’Agro, infatti, è stata ufficializzata anche la positività di 7 persone della vicina cittadina napoletana di Sant’Antonio Abate. Dati che allarmano: domenica, infatti, in tutta la regione sono stati verificati 45 nuovi casi di positività al Covid. Un terzo di questi riguarda soltanto questi due centri.

Allarme “zona rossa”. La possibilità di restrizioni ancora più forti in un’area comunque difficile da “isolare” per la propria formazione urbana è reale. Le avvisaglie erano arrivate già nelle scorse settimane quando il governatore Vincenzo De Luca, con un post social pubblicato quasi un mese fa, domenica 22 marzo, aveva evidenziato che «dall’analisi del quadro generale è emerso un altro focolaio nella zona dell’Agro nei territori di Pagani, Sant’Egidio del Monte Albino e Angri», invitando «tutti i cittadini ad essere rigorosi nell’osservazione delle ordinanze per evitare la quarantena e il blocco totale degli stessi Comuni». La crescita dei positivi è proseguita nelle successive settimane spingendo la regione, dopo lo stop alla “zona rossa” nel Vallo di Diano, a inviare sul territorio i militari utilizzati a presidio dell’area a Sud della provincia di Salerno. Adesso, però, il picco riguardante Angri e Sant’Antonio Abate apre a nuovi scenari: gli uffici dell’Asl di Salerno e Napoli, infatti, sono al lavoro per comprendere se esiste un nesso fra l’improvviso aumento di nuovi positivi registrato nelle ultime ore e, di conseguenza, capire se è opportuno “restringere” l’area interessata da questo possibile, nuovo focolaio.

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