L'EMERGENZA EPIDEMIA

Coronavirus, la rabbia diventa violenza al Ruggi di Salerno

I familiari di un’anziana positiva deceduta picchiano due operatori dell'ospedale

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SALERNO - «È successo l’inferno». Sono le uniche parole che sfuggono dalla bocca di una persona che, ieri pomeriggio, si è trovata suo malgrado all’ospedale “Ruggi” di Salerno. Ore di paura e angoscia, fra pazienti che attendevano di essere assistiti e le operazioni che procedevano a passo tutt’altro che spedito. È la sanità ai tempi del Covid, fatta di operazioni più lunghe e complesse dell’ordinario. Che esasperano chi, spesso, attende di essere salvato. Ma pure i loro cari.

Proprio l’esasperazione è stata il leit motiv del sabato di paura al “Ruggi”. Il bilancio è di due persone aggredite e picchiate: un medico legale dell’ospedale e un operatore dell’obitorio. Sono stati gli obiettivi della furia di una famiglia che, pochi minuti prima, aveva perso un proprio caro. Un’anziana di Salerno si è spenta al Pronto soccorso: era un sospetto caso di Covid e attendeva di conoscere il suo destino grazie a un tampone che le avrebbe detto se il “mostro invisibile” l’avesse o meno colpita. La triste risposta sulla positività è arrivata nell’Unità di prima assistenza del “Ruggi”. Lì dove si è scatenato quell’inferno sussurrato da una persona in transito in zona. La donna ha accusato un malore in casa ed è stata immediatamente trasportata al Pronto soccorso del presidio ospedaliero di via San Leonardo. Ed è lì, alle porte del “Ruggi”, che il sospetto s’è tramutato in amara verità: l’anziana è risultata positiva al coronavirus.

I familiari della donna hanno perso le staffe, aggredendo due persone. Il panico è durato a lungo: i familiari sono arrivati in ospedale e il medico legale ha comunicato loro l’impossibilità di riportare a casa il corpo della donna contagiata. La rabbia della famiglia in lutto s’è scatenata contro il camice bianco, che è stato rincorso e schiaffeggiato all’interno dei locali del Pronto soccorso. Nel trambusto è stato colpito pure l’operatore della sala mortuaria del Ruggi. La situazione è tornata alla normalità solo dopo ore: sul posto, sollecitati dai numerosi presenti, sono giunti pure i carabinieri che hanno provato a comprendere cosa avesse scatenato la rabbia dei familiari della donna. «Volevano riportare la salma a casa», ha spiegato un operatore dell’ospedale, ricordando poi che quest’operazione è impossibile, anche se si tratta soltanto di un caso sospetto di Covid, a causa del pericolo di diffusione del contagio. Neanche questo chiarimento, però, sarebbe bastato per placare la furia dei familiari della donna. Il “tira e molla” è andato avanti per minuti: i familiari della donna, infatti, hanno preteso di effettuare le operazioni di vestizione della salma.

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