LA RIPRESA

Coronavirus Fase 3, la “beffa” dei prestiti: le banche nel mirino

L’Authority ha aperto un’istruttoria su quattro istituti «Scarsa informazione sui tempi di accesso ai benefici per la crisi Covid»

SALERNO - Avrebbero omesso informazioni sulla tempistica per la concessone dei prestiti agevolati previsti dal Governo nell’ambito della crisi economica determinata dalla pandemia Covid, oltre che posto indebite condizioni per poter accedere a tali benefici. Perciò quattro istituti di credito sono finiti sotto la lente d’ingrandimento dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato, presieduta da Roberto Rustichelli, che ha avviato altrettante istruttorie nei confronti di primarie banche e società finanziarie (Unicredit, IntesaSanPaolo, Banca Sella e Findomestic) per problematiche emerse «sia sull’assenza di informazioni sulla tempistica per avere accesso alle varie misure di sostegno dettate in favore di microimprese e consumatori, che di chiare indicazioni sugli oneri derivanti dalla sospensione del rimborso dei finanziamenti concessi alle imprese, in termini di aumento degli interessi complessivi rispetto al totale originariamente dovuto quale effetto dell’allungamento dei piani di ammortamento », si legge nella nota diramata ieri dall’Agcm. Inoltre, le banche avrebbero posto «indebite condizioni all’accesso di queste misure, quali l’apertura di un conto corrente o possedere specifici requisiti non previsti dalla normativa, oppure avrebbero cercato di dirottare i richiedenti verso forme di accesso al credito diverse e potenzialmente più onerose» rispetto a quelle previste dal Decreto legge “Liquidità”. La verifica, tuttavia, coinvolge altre 12 banche e finanziarie (Bnl, Banco Bpm, Ubi Banca, Crédit Agricole, Credem, Mps, Banco Popolare di Sondrio, Creval, Bcc Pisa, Agos Ducato, Compass e Fiditalia), per le quali l’Autorità ha avviato al momento soltanto un’attività di moral suasion avendo riscontrato le medesime «carenze di tipo informativo sulla tempistica di risposta e sulle effettive condizioni economiche di accesso alla sospensione dei rimborsi dei finanziamenti». In questo caso sono state rilevate «una serie di criticità, da parte dell’utenza, ad ottenere il dilazionamento delle esposizioni debitorie rispetto alle banche e alle società finanziarie, e per avere accesso alla liquidità e al credito, (come sarebbe invece previsto dai decreti Cura Italia e Liquidità)». L’Authority ha ritenuto di dover intervenire «nella convinzione che solo condotte trasparenti, con informazioni complete e chiare, e prive di ostacoli ingiustificati, possono assicurare ai consumatori e imprese il sostegno economico indispensabile per affrontare l’attuale emergenza».

I ritardi nell’erogazione. Ad ammettere come ci siano stati ritardi nell’erogazione dei prestiti è stata la stessa Banca d’Italia. Nell’audizione alla Commissione parlamentare d’inchiesta sul Sistema bancario e finanziario, il capo del Dipartimento di Vigilanza bancaria e finanziaria della Banca d’Italia, Paolo Angelini, ha evidenziato come “i ritardi nell’erogazione dei finanziamenti assistiti da garanzie siano riconducibili a varie cause”. A detta di Angelini “hanno indubbiamente pesato le difficoltà operative registrate dalle banche nella gestione di un numero eccezional- mente elevato di domande, che sono passate da una media giornaliera di circa 500, fino alla seconda metà di marzo, ad una di circa 20.000 nella seconda metà di maggio”. Inoltre, secondo Angelini “un’altra causa di ritardo è connessa alla valutazione della clientela, da parte della banche, sotto 3 aspetti chiave: merito di credito; profili antiriciclaggio; profili antimafia”. “Il Dl – ha aggiunto – pur prevedendo procedure semplificate per la concessione della garanzia e la valutazione da parte del Mcc, non ha esonerato le banche dall’effettuare i controlli su queste materie, che possono comportare tempi lunghi, soprattutto per i nuovi clienti”. I capo degli “007” di Bankitalia ha anche snocciolato un po’ di cifre estremamente significative. In base ai dati giunti in via Nazionale la stima è che al 29 maggio scorso “le banche abbiano ricevuto oltre 1,2 milioni di richieste di moratoria dalle piccole e medie imprese per 149 miliardi di prestiti. Di queste il 94% è stato accolto». Le richieste di moratoria hanno riguardato prevalentemente “la sospensione di rate e canoni, seguita dal “congelamento di linee di credito e anticipi su crediti e dalla proroga di prestiti in scadenza”. Le domande di prestiti garantiti avanzate dalle imprese alle banche sono 797mila, per un controvalore di 50 miliardi. «Di queste la gran parte (724mila) è rappresentata da domande di prestiti di importo inferiore a 25mila euro interamente garantiti dallo Stato a cui peraltro fa capo meno di un terzo dell’importo». La crescita del numero delle richieste di prestiti garantiti «è stata eccezionale », affermano da Bankitalia. Agli inizi di aprile erano poco più di 8mila.

Gaetano de Stefano

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