Coppola dal giudice: respinte le accuse

Ha risposto alle domande del gip nel corso dell’interrogatorio di garanzia spiegando le sue perplessità sulla vittima del pestaggio, provando in sostanza a rimettere in discussione la portata dei...

Ha risposto alle domande del gip nel corso dell’interrogatorio di garanzia spiegando le sue perplessità sulla vittima del pestaggio, provando in sostanza a rimettere in discussione la portata dei fatti contestati. Così il cinquantaduenne Gennaro Coppola, difeso di fiducia dall’avvocato Massimo Balzano, accusato di estorsione e lesioni quale mandante del pestaggio ai danni del titolare di un’azienda di Gas Energia, ha esposto le sue ragioni difendendosi dall’imputazione contestata davanti al giudice delle indagini preliminari Scermino. Il primo arresto, eseguito in flagranza la scorsa settimana a Scafati dal cinquantanovenne scafatese Claudio Ferraiuolo, aveva innescato l’ordinanza successiva emessa dal giudice nei confronti di Coppola tre giorni fa. Per le accuse lui era il mandante di quell’aggressione , che aveva lo scopo di intimidire il titolare del distributore, originario dell’Umbria, per costringerlo a lasciare il suo lavoro a Scafati. Secondo le indagini svolte dalla polizia di stato del commissariato nocerino lo stesso Coppola aveva minacciato più volte l’imprenditore lanciando messaggi intimidatori e violenti, fino all’ultimatum che non lasciava alternative che l’abbandono di Scafati. Dopo il pestaggio, come emerso dall’attività investigativa, potevano arrivare altri atti violenti, così come in precedenza erano stati eseguiti inquietanti avvertimenti arrivati fino in Umbria alla fidanzata della vittima, sulla quale il reo aveva raccolto informazioni riuscendo a farle arrivare le intimidazioni a distanza. Dopo il primo arresto di Ferraiuolo, caduto in trappola dopo un appostamento, la polizia guidata dal sostituto commissario Marziano aveva proseguito le indagini fino alla richiesta d’arresto presentata dalla procura e disposta dal gip per Coppola, rimasto irreperibile per pochi giorni dopo le iniziali ricerche. L’indagato, catturato e trasportato al carcere di Fuorni nel primo pomeriggio di martedì, si è difeso ridimensionando i fatti e fornendo elementi sulla personalità della vittima, con la richiesta di attenuazione della misura presentata dal difensore. Il giudice si è riservato la decisione per la prossima settimana sulla eventuale scarcerazione.