Il caso

Controlli per Natale, ritirate dieci tonnellate di prodotti ittici

Blitz nelle pescherie di Salerno e provincia. Trovati prodotti avariati, scongelati e fatti passare per freschi o con additivi

SALERNO. Pesce senza etichettatura, merluzzi avariati, polpi e gamberi congelati e spacciati per freschi. Dieci tonnellate di pesce avariato finite al macero. È il risultato del blitz della Capitaneria di porto di Salerno in ristoranti, mercati, centri di distribuzione, pescherie e magazzini in tutta la provincia. L’operazione, coordinata dal capitano di vascello Gaetano Angora, è scattata il 1 dicembre e andrà avanti fino al 6 gennaio. Da Positano a Sapri i militari della Guardia costiera hanno passato al setaccio i banconi del pesce a caccia di prodotti taroccati, scaduti, sconosciuti, conservati male e avariati.

Il bottino, finora, è ricco. Nel corso della prima fase dei controlli sono scattate venti denunce penali e una decina di sequestri, di natura sia amministrativa che penale, per un totale di 10 tonnellate di prodotti ittici. Sono finiti nella rete della Capitaneria decine di chili di seppie, gamberi, polpi, calamari, scampi, sardine, alici e capitoni. Così il pranzo di Natale dei salernitani è stato messo al sicuro. In particolare nel centro di Salerno i guardiacoste hanno denunciato undici persone: avevano messo in vendita pesce privo di etichettatura e mantenuto in condizioni di scarsa igiene. Una galleria di orrori alimentari. L'ultimo controllo è scattato martedì pomeriggio in una pescheria della zona orientale dove i militari hanno trovato alici e sgombri spagnoli a bagnomaria nell'acqua, con il ghiaccio che si era sciolto. Pesce tenuto in vita con gli additivi chimici. Pratica sempre più comune tra i banditi del mare. E poi triglie, vope, polipi anneriti dentro cassette divelte. Una tonnellata di pesce scaduto, di grande varietà di cui è impossibile ricostruire la tracciabilità, e in più conservato in celle non a norma. Tutto quanto doveva finire nei ristoranti, nelle mense, nei supermercati.

Nell’Italia delle truffe alimentari l'oro azzurro lo mischiano, lo taroccano. «Prodotti ittici – ha spiegato il comandante Angora - che venivano venduti ad ignari e fiduciosi clienti che mai avrebbero immaginato di acquistare del prodotto privo di alcun controllo sanitario».

Blitz dei militari anche nelle cucine di noti ristoranti dove sono stati trovati decine di chili di pesce conservato in barba alle attuali normative sanitarie. Ma gli uomini e le donne della Capitaneria non hanno tralasciato nulla: con l’ausilio delle motovedette hanno setacciato l'intero litorale portando al sequestro di diversi chilometri di reti e controllato diverse imbarcazioni. Ieri sera ad Amalfi sono stati denunciati due pescatori di datteri.

«Erano riusciti a portar via dalla roccia – racconta amareggiato il comandante Angora – ben 20 chili di datteri». A Campolongo, invece, sono finiti nei guai altri due pescatori sorpresi a pescare vongole e cannolicchi in acque non classificate dall'Asl, ovvero in zone inquinate e potenzialmente pericolose per la salute. Controlli a tappeto anche nel resto della provincia. Nel Cilento i guardiacoste del Circondario marittimo di Palinuro, diretti dal tenente di vascello Andrea Palma, hanno sequestrato in una pescheria di San Giovanni a Piro trenta chili di pesce spada novello e a Sapri venti chili di molluschi bivalvi privi di etichettatura. A Pisciotta, invece, un diportista è finito nei guai poiché sorpreso a pescare con attrezzatura vietate dalla legge. E intanto dagli uffici della Capitaneria di Porto di Salerno fanno sapere che i controlli continueranno «per assicurare che quello che arriva sulle tavole dei salernitani per la cena della vigilia e per il pranzo di Natale, sia assolutamente genuino – spiega il comandante Angora – Visti i prezzi, che almeno la qualità sia garantita».

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