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Contro la Cassa forense è pronta la “class action”

Parte da Cava la “class action” degli avvocati nei confronti della Cassa nazionale di previdenza ed assistenza forense. A farsene promotore, insieme al collega irpino Massimo Passaro, è stato l’avvoca...

Parte da Cava la “class action” degli avvocati nei confronti della Cassa nazionale di previdenza ed assistenza forense. A farsene promotore, insieme al collega irpino Massimo Passaro, è stato l’avvocato cavese Marco Senatore che ieri, nel corso di una conferenza indetta nel suo studio, ha voluto spiegare sia le implicazioni derivanti dalla delibera di recente emanata dalla Cassa forense che l’iter che i giovani avvocati devono seguire per presentare un reclamo alla Cassa, propedeutico alla vera e propria “class action”.

Nel dettaglio Senatore ha spiegato che, nella delibera, si stabilisce che «tutti i giovani avvocati devono iscriversi alla Cassa, a prescindere dal dato reddituale, e pagare anche gli arretrati, pena la decadenza dell’iscrizione all’albo; una circostanza, quest’ultima, che impedisce di esercitare la professione». Secondo il legale questo provvedimento avrà ricadute pesanti sull’occupazione. «Si parla del pagamento di un minimo di 844 euro annui fino ad un massimo di 5mila. Una spesa ingente per chi intraprende adesso la professione e che porterà circa 200mila giovani avvocati a ritirarsi», ha sottolineato.

Per questo è necessario muoversi in fretta. Da qui un appello: «Invito i colleghi a contattarmi ed a compilare il reclamo, a breve scaricabile sul mio profilo facebook, da inviare alla Cassa entro il 28 febbraio, che è la data in cui scatta il pagamento della prima rata. Dopo 30 giorni saremo pronti per la class action». L’appello è stato condiviso da Passaro: «L’Ordine non ci tutela. L’unica cosa che possiamo fare è andare in tribunale».(a. c.)

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