Contro i tagli ai fondi i centri per disabili scendono in piazza

Nessuna risposta dall’Asl dopo vari tentativi di mediazione Presidio davanti all’Azienda sanitaria e alla Prefettura

Dall’Asl nessuna risposta. E, allora, come promesso, si materializza la protesta dei centri di riabilitazione che, dallo scorso 17 ottobre, si sono visti sospendere la possibilità di liquidazione delle prestazioni a carico dell’Azienda sanitaria locale. E, così, stamani Salerno sarà teatro della contestazione: anziani, disabili, familiari e dipendenti delle strutture sfileranno per le vie cittadine, per contestare contro il blocco delle prestazioni sociosanitarie. Due i presidi previsti: in via Nizza e nello spazio antistante la Prefettura.

A scendere in piazza, secondo gli organizzatori, saranno oltre 300 persone anche perché la vicenda riguarda diversi centri del salernitano. E, precisamente: Anffas Salerno – Uildm Villaggio Scocozza - Centro Teri Cava dei Tirreni – Fondazione Scoppa Angri – Servizi Sanitari Residenziali – Roccapiemonte – Istituto Juventus Mercato San Severino – Centro Riabilitazione Motoria Agropoli – Centro Juventus Vibonati – Fondazione Opera Giovanile Juventus Sala Consilina – Centro Fkt Cilento – Centro Medical R Vallo della Lucania – Centro Ortokinesis Piaggine – Centro San Luca Battipaglia – Centro Tivan Battipaglia - Centro Ises Eboli – Centro Lars Sarno – Centro Juventus Sarno- Villa delle Rose Nocera Inferiore – Siria Servizi Sanitari Mercato San Severino. Centri che, nonostante il “blocco”, stanno comunque garantendo ancora le attività sanitarie pure se, in pratica, l’Asl non rimborsa più i servizi erogati la cui spesa, di conseguenza, dovrebbe ricadere esclusivamente sui familiari. Ma, il vero paradosso, secondo quanto sostengono da tempo Salvatore Parisi, coordinatore regionale Anffas Campania e responsabile nazionale del Progetto Anffas Sud, e Antonio Gambardella, coordinatore regionale Aspat, è un altro. I 2 milioni e 500 mila euro mancanti, che garantirebbero la copertura finanziaria fino a fine anno, sono venuti meno per via di un errore del sub commissario Mario Morlacco. Che avrebbe calcolato “tetto” di spesa al netto della compartecipazione e non al lordo. E, in questo passaggio, sarebbero spariti oltre 2 milioni di euro che, se reintegrati, permetterebbero di erogare i servizi.

Gaetano de Stefano

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