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Contratto prorogato ai diciotto lavoratori fino al 31 dicembre

Il contratto dei diciotto lavoratori dell’azienda sperimentale regionale Improsta, è stato prorogato fino al prossimo 31 dicembre: una notizia positiva in attesa della sentenza, prevista a settembre,...

Il contratto dei diciotto lavoratori dell’azienda sperimentale regionale Improsta, è stato prorogato fino al prossimo 31 dicembre: una notizia positiva in attesa della sentenza, prevista a settembre, che potrebbe chiudere definitivamente la questione stabilizzazione.

Soddisfatti i sindacati di categoria che naturalmente già guardano oltre. «Dopo questo accordo - dice Vito Grieco, rappresentante della Flai Cgil - Vito Grieco - dobbiamo puntare alla trasformazione di questi contratti da determinati a indeterminati, con la presentazione di un piano di sviluppo dell’azienda attraverso nuovi accordi con le università di ricerca e di sperimentazione, oltre che con l’incremento dell’attività bufalina dell'azienda e con l’utilizzo di alcuni ettari di terreno attualmente incolti. Saranno questi i punti di partenza per un piano che sviluppi l’azienda e in questo modo renda stabili le posizioni lavorative».

Sulla questione è intervenuto anche il coordinatore dell’azienda Improsta, Gennaro Rizzo: «Sono felice per l’allungamento del contratto ai diciotto dipendenti, ora aspettiamo che la Regione a settembre si esprima positivamente per la trasformazione dei contratti a tempo indeterminato».

Proprio a Rizzo si rivolge ancora Grieco della Flai Cgil sottoponendogli un’altra questione importante: «L’insistenza di Rizzo - sostiene il sindacalista - insieme alla disponibilità del Cra Napoli e dell’assessorato regionale, hanno permesso di siglare l’importante accordo di prolungamento del contratto ai diciotto lavoratori dell’azienda Improsta. Ora però bisogna stabilire le giornate ai 25 operai stagionali, i quali al momento non sembrano poter raggiungere le cento giornate previste. Anche in questo caso, i sindacati sono al lavoro proprio insieme al coordinatore Rizzo al fine di ottenere per questi lavoratori un maggior numero di giornate lavorative».

Sergio Macellaro

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