Contatori Enel manomessi in cambio di soldi: 8 arresti

Operazione dei carabinieri in provincia di Salerno. Coinvolti dipendenti della società elettrica

In cambio di cospicue somme di denaro garantivano con la manomissione dei contatori consumi ridotti e bollette meno salate per gli utenti. Con le otto misure cautelari eseguite stamani dai carabinieri del Reparto Territoriale di Nocera Inferiore si chiude il cerchio su una complessa indagine avviata nel 2010 che ha fatto registrare arresti e denunce in stato di libertà per otto dipendenti dell’ Enel e oltre venti utenti. Stamani sono state notificate le ultime otto misure cautelari che hanno raggiunto i vertici dell’ organizzazione: tra loro anche un ingegnere nucleare, insegnante nel Foggiano. Si tratta per lo più di obblighi di dimora. L’accusa è di associazione per delinquere finalizzata al furto dell’energia elettrica.

I componenti della banda, dietro un compenso che in media si aggirava intorno ai 500 euro, provvedevano alla materiale manomissione della componentistica interna dei singoli contatori elettronici o applicavano magneti che ne alteravano il regolare funzionamento. Ciò consentiva una registrazione di consumi di energia elettrica minori rispetto a quelli reali, con conseguente danno economico alle società fornitrici (Enel SpA o altri operatori del mercato libero) ed all’Erario pari all’indebito vantaggio degli utilizzatori delle forniture elettriche manomesse.

Dalle indagini effettuate negli ultimi due anni si è potuto constatare che la banda operava «interventi» in tutto l’Agro Nocerino Sarnese, l’area di Cava de Tirreni, il Salernitano e nella valle dell’Irno, nonchè nell’Agro Nolano, nei paesi vesuviani di San Giuseppe Vesuviano, Terzigno e Boscoreale, ma anche nella stessa città di Napoli. Negli anni sarebbero stati truffati circa 2.400.000 KwH, per un valore di 470.000 euro circa, recuperati dalla Società Enel Distribuzione SpA a seguito delle verifiche svolte. Inoltre, ci sarebbe stato anche il raggiro di una somma di danaro pari a 110mila euro dovuti agli stati di morosità accumulati dagli utenti finali che venivano favoriti dagli indagati che non li segnalavano e permettevano loro di effettuare volture e nuove intestazioni a favore di familiari conviventi, sui cui contatori poi effettuavano le manomissioni.