I VIAGGI DELLA “MONNEZZA”

Container di rifiuti, la guerra delle carte

Ordinanze anti tir a Serre, Altavilla e Battipaglia: ora è “EcoAmbiente” a ricorrere

SALERNO - Fino all’ultima carta bollata. L’ intifada della monnezza s’ingaggia a colpi d’inchiostro. Quello delle penne dei sindaci della Piana del Sele, che hanno preso a firmare le prime ordinanze “anti-tir”, vietando agli uomini di “EcoAmbiente”, braccio operativo dell’Ente d’Ambito, di trasportare nel sito di stoccaggio militare ( rectius «discarica abusiva», parola di fascia tricolore) di Persano, a Serre, le 6.280 tonnellate di rifiuti stipate nei 213 container che prendono il sole al porto di Salerno da 56 giorni, tanto è passato dal rimpatrio dal molo tunisino di Sousse. Altro che camion: le ecoballe dovrebbero avere le ali per non violare i provvedimenti fotocopia dei primi cittadini, che ingiungono a “EcoAmbiente” «di non effettuare alcun trasferimento dei 213 container nel territorio comunale», ché «viene interdetto il transito ai tir che li trasportano».

Diktat a catena. Piovono ordinanze, in un battagliero martedì in albis : la prima è quella del sindaco di Serre, Franco Mennella, emulato, poche ore dopo, da Franco Cembalo, fascia tricolore nella vicina Altavilla Silentina (Borgo Carillia e Persano: un corpo, un’anima). Chiuderà il cerchio pure il Comune capofila, Battipaglia: «Domattina firmo », confessa di martedì sera la prima cittadina Cecilia Francese. Ancora nulla da Eboli: dalla segreteria generale avrebbero fatto sapere al sindaco Mario Conte della carenza di estremi di contingibilità e urgenza. «Le trasgressioni - avvertono i sindaci - saranno punite a norma di legge e regolamenti comunali». E non solo: «I trasgressori - soggiungono - verranno deferiti all’autorità giudiziaria». Piovono ordinanze, piovono denunce. E piovono ricorsi: è pronto (ma non ancora depositato per il grave lutto che colpisce il legale Oreste Agosto) quello di Serre contro l’ordinanza-viatico firmata dal presidente della Provincia Michele Strianese - e ad adiuvandum , accanto a Mennella, interverranno pure gli altri Comuni della Piana - .

“EcoAmbiente” ricorre. E sull’altro fronte s’è messo all’opera pure l’avvocato Lorenzo Lentini: il presidente del Cda di “EcoAmbiente”, Vincenzo Petrosino, gli ha affidato il compito d’impugnare i diktat sindacali. Piovono carte bollate. E piovono accuse. «Non è veritiero si legge nel provvedimento di Mennella - quanto affermato nell’ordinanza dal presidente (Strianese, ndr ) », per il quale «non esisterebbero altre soluzioni »: parole «non supportate da alcuna istruttoria», tuona il sindaco di Serre, giacché «il Comune ha proposto la sede della società che ha inviato i rifiuti in Tunisia (la “Sra” di Polla, ndr ) o un sito idoneo già esistente (la stazione di trasferenza di “Salerno Pulita”, ndr ) a Ostaglio di Salerno ».

Le ragioni del “no”. Ordinanza «ambigua, contraddittoria e incomprensibile »: uno, comuni non coinvolti; due, «non è potere d’urgenza, atteso che i 213 container sono al porto da febbraio 2022 e sottoposti a sequestro »; tre, «rifiuti illegali transfrontalieri, la competenza appartiene a Stato e Regione, non alla Provincia». Riferimenti pure alla caratterizzazione, non ancora definita («non si conosce ancora la natura dei rifiuti, circostanza che desta preoccupazione e allarme»): lumi oggi, nell’udienza/incidente probatorio, dal gip di Potenza, Lucio Setola. Il luogo dell’analisi chimico- fisica del pattume nei 75 cassoni “campione”? Persano o l’ex Stir di Battipaglia: dipende dalla Dda (il titolare dell’inchiesta è il pm Vincenzo Montemurro).

Barricate dei sindaci. «Farò qualunque cosa. Dovesse essere necessario rifare l’ordinanza, la rifarò », tuona Mennella. Nessuna telefonata da Salerno: «Siamo su posizioni contrapposte, non ci sarà alcun dialogo. Loro non l’hanno voluto? Non lo vogliamo nemmeno noi. Non possono abbinarci più alla monnezza . Continueremo a fare opposizione in ogni modo legale e pacifico, con tutti gli atti possibili. Venderemo cara la pelle». Parole simili, quelle della Francese: «Non possiamo che difenderci con ciò che la legge ci consente di fare. Se ne sono fregati. Ci restano i ricorsi. E le ordinanze: anche se il prefetto dovesse revocarle, noi le facciamo, perché ci crediamo. I sindaci della Piana sono compatti a difesa d’un territorio agricolo e turistico, che non merita quest’oltraggio »