NOCERA

Consulenze sospette e assunzioni gonfiate: la Gori sotto accusa

Nel mirino la società che gestisce la fornitura dell’acqua. Il danno erariale è quantificato in decine di milioni di euro

NOCERA SUPERIORE. La Gori ancora nei guai e questa volta si trova nel mirino delle indagini svolte dalla Guardia di finanza, in merito alle consulenze esterne e alle assunzioni interne gonfiate.

L’inchiesta è partita dal sostituto procuratore della Corte dei Conti di Napoli, Ferruccio Capalbio. La società idrica, con sede a Ercolano e che gestisce il sistema idrico integrato di ben 76 Comuni tra l’Agro Sarnese Nocerino e il Vesuviano, si trova nella bufera giudiziaria, dove al vaglio degli inquirenti si trovano i numeri delle assunzioni. Anche nelle città dell’Agro, molte erano state, nel corso degli anni, le polemiche associate alle assunzioni “gonfiate” da parte della società privata. L’inchiesta contabile fissa un numero inquietante sui danni economici che la società avrebbe provocato: circa 500 milioni di euro per le manutenzioni. Il numero di operatori in più – circa 600 – non avrebbe permesso a Gori di occuparsi delle pompe di sollevamento dell’acqua. Ecco spiegate, allora, le consulenze esterne che hanno prodotto un vuoto economico ingente. Tutto questo, secondo lo studio degli inquirenti, sarebbe andato a pesare proprio sulle tariffe inflitte agli utenti. Di colpo, le morosità sono aumentate dal 25 al 45 per cento, gli investimenti sul rinnovamento della rete idrica non si sarebbero mai attuati e, per giunta, sarebbe stata accertata una perdita di acqua in forte aumento ovvero dal 52 al 58 per cento. Ora anche i 5Stelle in regione alzano la voce. Infatti Valeria Ciarambino, presidente della commissione trasparenza, ha chiesto di revocare la concessione trentennale alla Gori. Sul piede di guerra, restano anche i comitati per l’acqua pubblica, che adesso più che mai chiedono la liquidazione dell’ente.

«Ciò che sta accadendo è quello che sostanzialmente i comitati e la rete dei sindaci hanno posto in luce negli anni», spiega Ciro Annunziata, portavoce del movimento Acqua Pubblica sull’Agro. «Tutti i gonfiamenti di spesa sono alla base delle discorso delle partire pregresse e della non liceità di tali partite. Questo delegittima ulteriormente il suo operato, dagli appalti esterni alla operatività clientelare. L’ex presidente e commissario straordinario Ato3, Sarro, si è dovuto dimettere per un'altra inchiesta giudiziaria e non è stato arrestato perché parlamentare. I tempi sono maturi per liquidare l’esperienza Gori».

Poi Annunziata accusa. «Il privato doveva venire perché il pubblico non riusciva a metter a posto il problema delle perdite, mentre quello stesso privato ha aumentato la criticità. La favola che il pubblico non può gestire un servizio e il privato sì, è smentito proprio da Gori». E sulle dichiarazioni della Ciarambino, chiarisce. «La Gori va liquidata per via societaria e non sottoposta a rescissione del contratto. Le due cose sono diverse. La liquidazione per via societaria passa attraverso una volontà politica delle comunità, la rescissione del contratto è più un percorso di tipo civilistico».